19 gennaio 2014

L'EDITORIALE DEL NUOVO NUMERO DI nuovabusambra






nuovabusambra per Francesco Carbone

          Gli anniversari non sempre sono degli inutili riti. Per noi ricordare Francesco Carbone, nel 90° della sua nascita, significa 
riconoscere, oltre la sua perenne vitalità, i debiti che abbiamo nei confronti della sua opera. Fin dal principio di questa avventura abbiamo evidenziato quanto dobbiamo al suo coraggio e al suo impegno per rendere più vivo e libero il territorio che circonda Rocca Busambra.


          Francesco era un uomo di grande cultura e di straordinaria generosità; aveva il raro talento di saper ascoltare e parlare sia con contadini e pastori analfabeti che con artisti e intellettuali. E’ stato davvero un uomo poliedrico, impegnato a superare la frammentazione dei linguaggi in tempi in cui questa era divenuta parossistica con il pretesto di contribuire al progresso dei diversi saperi. In una maniera che molti accademici consideravano dilettantistica, è riuscito ad occuparsi di arti figurative, di storia, di antropologia, di teatro e poesia spinto com’era dal suo profondo bisogno di pensare, fare e amare. Particolarmente esemplari per noi rimangono lo spirito maieutico con cui riuscì a ridare la parola ad un poeta dimenticato (Giacomo Giardina) e la straordinaria sperimentazione teatrale realizzata a Godrano,  insieme ad Augusto Boal e  i pastori del luogo.


           Siamo particolarmente contenti d’essere riusciti a mettere insieme, in questo numero, oltre alle testimonianze di alcuni amici che l’hanno direttamente conosciuto e frequentato, una prima sintesi della ricerca ancora in corso condotta dall’Associazione INsiTU, formata da un gruppo di giovani di Godrano, Marineo e Villafrati che, pur senza avere avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, colpiti dalla persistenza del suo ricordo tra le diverse generazioni di uomini e donne di questo territorio, hanno cominciato a leggere i suoi libri e la grande mole di documentazione inedita che ha lasciato. 


           Abbiamo seguito con particolare simpatia il work in progress di questi giovani, che con tanta passione e competenza si sono accostati alla complessa opera di Francesco Carbone,  perché riteniamo che sia proprio questo l’approccio giusto da seguire se si vuole davvero ridare vita a Godranopoli.


         Noi, anche alla luce della straordinaria partecipazione popolare che ha registrato  nella scorsa primavera la prima messa in scena di un laboratorio teatrale incentrato sulla vita e l’opera di Carbone, parte integrante del suddetto progetto, pensiamo che sia davvero questa la via da seguire: mettersi all’ antu, mettersi all’opera e in gioco in prima persona, superando una volta per tutte il secolare pessimismo dei Gattopardi.


              Ma non ci occupiamo soltanto di Carbone in questo fascicolo; diamo spazio, come sempre, alla poesia e alle scritture popolari, recuperiamo un documento raro di Federico Garcia Lorca di straordinaria attualità, pubblichiamo per la prima volta un discorso tenuto da Antonino Buttitta sul filosofo Gabriele Buccola,  tentiamo un'incursione nel mondo  del rap,  rileggiamo un grande scrittore come G. A. Borgese e torniamo a focalizzare la nostra attenzione su un tema che ci è particolarmente caro, le migrazioni.  
     
f. v. 

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