nuovabusambra per Francesco Carbone
Gli
anniversari non sempre sono degli inutili riti. Per noi ricordare Francesco
Carbone, nel 90° della sua nascita, significa
riconoscere, oltre la sua perenne
vitalità, i debiti che abbiamo nei confronti della sua opera. Fin dal principio
di questa avventura abbiamo evidenziato quanto dobbiamo al suo coraggio e al
suo impegno per rendere più vivo e libero il territorio che circonda Rocca
Busambra.
Francesco era un uomo di grande cultura e di
straordinaria generosità; aveva il raro talento di saper ascoltare e parlare
sia con contadini e pastori analfabeti che con artisti e intellettuali. E’
stato davvero un uomo poliedrico,
impegnato a superare la frammentazione dei linguaggi in tempi in cui questa era
divenuta parossistica con il pretesto di contribuire al progresso dei diversi
saperi. In una maniera che molti accademici consideravano dilettantistica, è
riuscito ad occuparsi di arti figurative, di storia, di antropologia, di teatro
e poesia spinto com’era dal suo profondo bisogno di pensare, fare e amare. Particolarmente esemplari per noi
rimangono lo spirito maieutico con cui riuscì a ridare la parola ad un poeta
dimenticato (Giacomo Giardina) e la straordinaria sperimentazione teatrale
realizzata a Godrano, insieme ad Augusto
Boal e i pastori del luogo.
Siamo particolarmente contenti d’essere riusciti a mettere insieme, in
questo numero, oltre alle testimonianze di alcuni amici che l’hanno
direttamente conosciuto e frequentato, una prima sintesi della ricerca ancora
in corso condotta dall’Associazione
INsiTU, formata da un gruppo di giovani di Godrano, Marineo e Villafrati
che, pur senza avere avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, colpiti
dalla persistenza del suo ricordo tra le diverse generazioni di uomini e donne
di questo territorio, hanno cominciato a leggere i suoi libri e la grande mole
di documentazione inedita che ha lasciato.
Abbiamo seguito con particolare simpatia il work in progress di questi giovani, che con tanta passione e
competenza si sono accostati alla complessa opera di Francesco Carbone, perché riteniamo che sia proprio questo
l’approccio giusto da seguire se si vuole davvero ridare vita a Godranopoli.
Noi,
anche alla luce della straordinaria partecipazione popolare che ha
registrato nella scorsa primavera la
prima messa in scena di un laboratorio teatrale incentrato sulla vita e l’opera
di Carbone, parte integrante del suddetto progetto, pensiamo che sia davvero
questa la via da seguire: mettersi all’ antu, mettersi all’opera e in gioco
in prima persona, superando una volta per tutte il secolare pessimismo dei Gattopardi.
Ma non ci occupiamo soltanto di Carbone in questo fascicolo; diamo
spazio, come sempre, alla poesia e alle scritture popolari, recuperiamo un
documento raro di Federico Garcia Lorca di straordinaria attualità, pubblichiamo
per la prima volta un discorso tenuto da Antonino Buttitta sul filosofo Gabriele
Buccola, tentiamo un'incursione nel
mondo del rap, rileggiamo un grande scrittore come G. A.
Borgese e torniamo a focalizzare la nostra attenzione su un tema che ci è
particolarmente caro, le migrazioni.
f. v.
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