Oriana Fallaci con Alekos Panagulis.
Riprendiamo un articolo di Annalena Benini apparso ieri sul Foglio, ringraziando l’autrice e la testata.
Schermi Fallaci
“L’Oriana”, di Marco Turco, restituisce però poche briciole di Oriana Fallaci: le sue unghie rosse, la sigaretta in bocca (Vittoria Puccini si è sentita in dovere di dichiarare che le sigarette erano finte perché lei per carità non fuma), le trecce sotto l’elmetto in Vietnam, il coraggio e un po’ di solitudine. L’oleografia senza lampi di una toscana battagliera che corre sotto le bombe per raccontare la storia del mondo, si strappa via il velo davanti a Khomeini e dice al suo uomo, Alekos Panagulis: “Io non sono Penelope, anzi sono molto più Ulisse di te”.
È molto per una ragazza nata nel 1929, ma è pochissimo per Oriana Fallaci ed è tutto così liscio, monocorde, come lei non è stata mai, nemmeno in quattro righe di un suo libro. Non c’è la vanità, non c’è l’ira, la disperazione, l’esaltazione, le telefonate intercontinentali alla madre, l’impazzimento amoroso, l’ironia, non ci sono le contraddizioni umanissime di una donna che diceva, dopo averci provato: “Non suicidarti in albergo: si infastidiscono molto”, e conservava nella scatola dei gioielli la gomma da masticare di François Pelou, dal quale voleva un figlio.
L’Oriana è stata un mare in tempesta, per talento, importanza, ostinazione e infelicità: non la spuma di un’onda ribelle e arrabbiata con l’islam. In questo film, che non riesce ad andare oltre il coraggio dell’idea di raccontare Oriana Fallaci, ci sono le più famose cartoline illustrate su di lei, ma lei manca. Anche quando la voce toscana di Vittoria Puccini legge frasi da “Un uomo” e da “Lettera a un bambino mai nato”, l’intonazione è un’altra, Oriana Fallaci si sarebbe fermata diversamente sulle parole: lei era così dentro i suoi scritti che la si può sentire, la si può vedere con la sigaretta vera fra le mani. Quindi la biografia scritta da Cristina De Stefano, “Oriana una donna” (Rizzoli), è ancora il film che ci manca su Oriana Fallaci.
Ai tempi dei colonnelli la sera ad Atene tutti si andava a cena sul lungo mare. Ad una certa ora si sentiva fra le migliaia di vecchie macchine un rombo... era l'Alekos Panagulis che con la sua Porsche(cosi si diceva) .... ci raggiungeva assieme alla Fallaci (mai chiamata Oriana). Si parlava anche dell'altro greco più famoso di tutti :Teodorakis e si finiva con il cantare , ciascuno nella propria lingua, la sua canzone più famosa , oggi sparita : i ragazzi del Pireo... Per lungo tempo io la cantai in italiano e poi l'imparai in greco. Che ena che dio , che tessera pedia .... Era come la nostra bella ciao...
RispondiEliminaIl Panagulis viveva quegli anni più da divo che da rivoluzionario e questo lo rendeva antipatico.... Deve più la fama alla Fallaci che alle sue azioni rivoluzionarie... Quando morì nell'incidente stradale rimanemmo stupefatti e corremmo sul luogo dell'incidente e i commenti della gente erano :prima povero pedia ! Poi ci ricordammo tutti quando la sera tardi scorrazzava con la macchina ...
Non trovo i miei appunti del tempo , avevo anche le foto sull'incidente...
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RispondiEliminaCaro Onofrio, non mi è piaciuto il tuo discutibile riferimento all' auto e al presunto divismo di Panagulis (fondato peraltro su un SI DICE) quando sull'uomo greco c'era ben altro da dire!
RispondiEliminaHo deciso poi di eliminare il commento di Ciro e non pubblicare la tua replica perchè, come ho più volte detto, in questo blog non c'è spazio per gli insulti e le offese personali.
RispondiEliminaOgnitanto quando diventi censore vai oltre il tuo ruolo. Prima pubblichi l'attacco del Ciro a me (non è la pòrima volta) poi censuri la mia risposta-invettiva lasciando invece la sua ora infine le toglie tutti e due. Se vjuoi fare il censore non accettare cose cose contro di me ed io ti evitero le mie repliche. Vecchio vizio marinese quello di insulktare ma criticare sola la risposta all'insulto . Non fare un giornmo il manumanca e l'altro lo Spataro . Non fare come la Juve e Milan che correggono le riprese....
RispondiEliminaPer l'auto del Panagulis non occorrono conferme ed io ammiravo (o) l'Alekos come tutti perchè lui ha pagato sul suo corpo e con la sua libertà. Che scorrazzava come un m,atto con la sua macchina te lo prova che è morto proprio in un incidente stradale. Che poi ti piaccia o no è cosi.
Salutami la ragazza iraniana anche lei censurata. ...
Dobbiamo dedurre che dobbiamo stare lontani dai censori ?
Eccoti accontentato... non occorre che pubblichi la mia difesa... se è censura va fatta fino in fondo...
La censura non c'entra un fico secco, Onofrio, e tu lo sai! Ribadisco che in questo blog non c'è spazio per gli insulti e le offese personali. Mi dispiace che sei tornato a parlare del "misterioso" incidente in cui perse la vita Panagulis: un poeta e un uomo che ha dato la vita combattendo a viso aperto i fascisti greci. La stessa Oriana Fallaci, come ben sai, ce ne ha lasciato un ritratto indimenticabile: « "Alekos, cosa significa essere un uomo?" "Significa avere coraggio, avere dignità.
RispondiEliminaSignifica credere nell'umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un' àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se". (da Oriana Fallaci, Intervista con la storia »