23 marzo 2014

QUANTE CHIACCHIERE PER UNA FOTO DI SIMONE DE BEAUVOIR




That’s All Porno

Nel gennaio del 2008 Le Nouvel Observateur pubblicò in copertina una foto di una donna nuda, di spalle, davanti a uno specchio. La donna si chiamava Simone, stava con Jean-Paul che la tradiva con Olga e che lei tradiva con Nelson, che era sposato con Amanda da cui avrebbe divorziato per poi risposarla e divorziare di nuovo. E no, quella che vi stiamo raccontando non è una soap opera. Simone è Simone de Beauvoir, sentimentalmente legata vita natural durante a Jean-Paul Sartre, che la tradì con Olga Kosakievicz, e non solo, e che lei tradì con Nelson Algren, sposato a sua volta con Amanda Kontowicz. La foto con cui il settimanale francese pensò bene di celebrare i cento anni dalla nascita di Simone de Beauvoir è uno scatto del 1952 di Art Shay, all’epoca fotografo per Life Magazine e caro amico di Algren.
Talmente amico da far sì che Algren, aspettando l’arrivo di Simone de Beauvoir e non riuscendo a trovare per lei niente di meglio di una camera d’albergo da dieci dollari a notte senza vasca né doccia, gli chiese di rimediare una vasca da bagno per la toilette della sua amante. Shay obbedì e chiese in prestito l’appartamento (con bagno e vasca) a un’amica, dove accompagnò personalmente la scrittrice. Entrata nell’appartamento, Simone fece il suo bagno, attardandosi davanti allo specchio prima di entrare in acqua, senza preoccuparsi minimamente di chiudere la porta. Shay ne approfittò per farle qualche scatto, Simone sentì il click della macchina fotografica, e si limitò a commentare: “Vous etes un vilain garçon” (Siete un giovanotto maleducato), senza né chiudere la porta, né chiedergli di smettere di fotografarla nuda.
Questi i fatti, zelantemente raccontati da Shay, oggi novantenne, allo stesso Nouvel Observateur nel febbraio del 2008, a seguito delle polemiche mosse dall’associazione femminista “Les Chiennes de garde” (Le cagne da guardia) contro la scelta di piazzare Beauvoir nuda in copertina. Le fanciulle adirate manifestarono all’indomani dell’uscita del numero incriminato, ribattezzando per l’occasione la rivista “Le Nouveau Voyeur” e protestando “contro l’uso del corpo di Simone de Beauvoir per celebrarne il pensiero”. Definirono la cosa “sessista”.
In difesa del settimanale, e del nudo (peraltro assai bello) della scrittrice, è intervenuta nel 2009 una giovane, brillante intellettuale francese in un capitolo di un suo breve e illuminante saggio. Ex Utero. Pour en finir avec le féminisme (Ex utero. Per farla finita col femminismo) è il titolo del libro, Peggy Sastre è l’autrice (nata nel 1981), e il capitolo in cui racconta la querelle sul nudo di Simone de Beauvoir si chiama (a ragion veduta) “Diventare delle non-donne”. Scrive Peggy Sastre: “Se un’immagine non potrà mai essere eloquente come un testo, un testo che racconta la storia di un’immagine permette di leggere quell’immagine in modo differente”. E poi, più avanti: “Era sì filosofa, donna di lettere e di politica, ma Simone de Beauvoir nel 1952 era anche una donna di grande sensualità, era una donna di quarantaquattro anni innamorata di un uomo con cui era ben felice di andare a letto, seducente, seduttrice e assai poco pudica”. E infatti è sempre Shay a raccontare come, in vacanza, Algren e Beauvoir avessero la sana abitudine di andarsene a spasso nudi, infischiandosene altamente del ben pensare e degli sguardi della gente. Lo scatto di Shay purtroppo è stato pubblicato postumo, ma ci piace immaginare che Simone de Beauvoir l’avrebbe preso con quella stessa noncuranza con cui passeggiava nuda a braccetto col suo amante. E chissà, magari ne sarebbe stata lusingata: apprezzata per una volta per la sua bellezza oltre che per l’intelletto, coraggiosa nelle azioni tanto quanto nel pensiero, erotica e non soltanto politica.
Dicono le adepte di Simone de Beauvoir che “il personale è politico”, premurandosi a far polemica laddove della loro sacerdotessa si espone e si apprezza il corpo e non la mente. Già, peccato che in questo caso (ed è più la regola che l’eccezione) la componente erotica stia nella storia che c’è dato immaginare e non in quella singola immagine. Peccato che a rendere eccitante il tutto sia l’idea di un amore clandestino, consumato di fretta e di nascosto in una camera d’albergo da dieci dollari. E di una donna che, dopo avere attraversato l’oceano per incontrare il suo amante, entra in un appartamento con uno sconosciuto, e va a fare il bagno con la porta aperta. È quanto può essere accaduto “lì e allora”, e il fatto che involontariamente sia stato evocato proprio dalle stesse “Cagne da guardia”, a dirci che a soffiare sul fuoco si finisce solo per alimentare le fiamme. E si trasforma così la vita di più di una mente illuminata del Novecento in una soap opera se vogliamo anche porno.
Che a riepilogarla più o meno suona così: c’è Simone che sta con Jean-Paul e va in America per incontrare di nascosto il suo amante Nelson, che però è sposato con Amanda. Ma anche Jean-Paul tradisce Simone. La tradisce con Olga. Che è più giovane di Simone. E non è l’unica. Jean-Paul di fatto tradisce Simone un po’ con tutte. E Simone preferisce scopare con Nelson che con Jean-Paul. E la foto di Simone nuda da sola davanti a uno specchio? Dove la mettiamo? Diciamo che al massimo può stare per pochi secondi nei titoli di coda. Se proprio ci tenete.

Fonte:  http://www.minimaetmoralia.it/wp/thats-all-porno/

2 commenti:

  1. In questo blog abbiamo dedicato tanti pezzi alla grande Simone de Beauvoir. Ma nessuno è stato letto quanto questo che ho esitato fino all'ultimo a copiare... Davvero viviamo in tempi bui... Mi domando quanti di questi guardoni abbiano letto il suo "Secondo sesso"!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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