“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
30 ottobre 2014
DIVENTA CIO' CHE SEI
Riprendo da http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/10/30/13-un-progetto-irripetibile/ questa riflessione:
UN PROGETTO IRRIPETIBILE
di Fabrizio Centofanti
Pindaro scriveva: “diventa ciò che sei, avendolo appreso”. Già allora, tra il 400 e il 500 a. C., intuiva l’unicità di ogni essere e il fatto che occorre, per raggiungere un’espressione completa di se stessi, una prassi difficile di apprendimento.
La frase lapidaria del poeta greco sintetizza un aspetto che sarebbe diventato essenziale nella psicologia analitica di Jung: il processo di individuazione, che accompagna tutto il corso della vita e richiede una crescita costante della coscienza di sé, per integrare gli elementi inconsci della personalità.
Lo psicanalista svizzero sa che il percorso è complesso e necessita di grande dedizione, dal momento che prevede passaggi dolorosi e la ferma decisione di scoprirsi nella propria individualità complessa e unica, di togliere la maschera che prima la famiglia e poi la società inducono a indossare.
Le esperienze infantili rimangono sepolte nell’inconscio, condizionano giudizi e convinzioni su noi stessi, sugli altri e sulla vita. La crescita è un percorso irto di ostacoli verso la comprensione e l’espressione delle proprie inclinazioni naturali: queste sono a base innata, e possono o meno svilupparsi, interagendo con l’ambiente; ma il mancato riconoscimento ha sempre ripercussioni negative sulla psiche del soggetto.
Il nostro essere è un fascio di limiti e di potenzialità, coscienti e inconsci. Soltanto comprendendo e vivendo fino in fondo il progetto irripetibile che siamo, per bagaglio genetico innato e per storia personale, possiamo superare i sensi di inadeguatezza e l’autostima insufficiente, così comuni oggi, cercando di vivere in pienezza il buono, il bello, il vero, nascosti sotto strati di memorie infantili (come realtà sperimentate o desideri di ciò che non si è avuto), e che attendono di svilupparsi, a beneficio nostro e di quanti ci circondano.
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