Il virus dell'ebola al microscopio
Sembra che si stia diffondendo anche in Italia una forma di psicosi nei confronti di quella che viene percepita da tanti come la peste del duemila. Ieri a Roma, su un autobus affollato, alcuni romani hanno costretto una donna africana a scendere dal bus. A Cagliari voci allarmanti, quanto infondate, hanno seminato il panico.
Come giustamente si afferma sopra l'unica vera epidemia in Africa è la povertà.
Riprendo di seguito parzialmente l' articolo di un medico pubblicato ieri sul sito sardo http://unaltrasestu.com/2014/10/22/
Ebola: consigli medici per difendersi dagli impostori
La prima cosa che si
deve sapere è che i paesi occidentali (America ed Europa in primis)
hanno un servizio sanitario perfettamente organizzato. Fra i vari
compiti a cui è deputato c’è anche il controllo di eventuali epidemie.
Con il manifestarsi dei focolai di ebola in alcune zone africane si è
subito attivato il normale protocollo per questi casi. Il ministero
della salute ha quindi inviato ai vari assessorati e agli uffici di
sanità marittima, aerea e di frontiera il protocollo centrale per
eventuali casi di contatti sul territorio nazionale.
Cosa è il virus ebola?
In questo protocollo viene prima di tutto ricordato quali sono le
caratteristiche di questo virus, come si trasmette, come sospettare un
caso, come si deve comportare tutto il personale sanitario. In caso di
accertamento di virus ebola è previsto il trasferimento in modalità
protetta delle persone infette presso uno dei centri nazionali di
riferimento. Tali centri sono: il Lazzaro Spallanzani di Roma e
l’Azienda Ospedaliera Sacco di Milano. Agli assessorati competenti delle
regioni spetta dare le informazioni relative alla disponibilità di
posti letto in isolamento/alto isolamento. Inoltre devono dare
informazioni sui laboratori regionali in grado di fare diagnosi. Nel
caso non ci siano laboratori in grado di ricercare il virus se ne
faranno carico i due centri nazionali di riferimento.
Un allarme esagerato.
Personalmente, da operatore sanitario, ritengo che di per sé questo
allarme in Occidente sia parecchio esagerato. Al primo ottobre sono
stati registrati 20 casi in Nigeria, 1 in Senegal, a cui si aggiunge un
focolaio in Congo con 68 casi, di cui solo 28 confermati.
Le precauzioni. L’OMS
non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi turistici e commerciali
nei paesi interessati. Inoltre il nostro paese (come tutti quelli
dell’Occidente) è perfettamente attrezzato per riconoscere eventuali
casi ed esercitare un’adeguata sorveglianza sugli eventuali contatti.
Ciò significa che, qualora fosse necessario, le persone venute in
contatto col virus vengono immediatamente rintracciate ed isolate.
Marina Pisu
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