Eric Hobsbawm
Hobsbwam fa notizia,
ma negli anni della guerra fredda furono milioni gli abitanti
dell'Occidente tenuti sotto controllo perchè comunisti. E l'Italia
non fa eccezione. Da noi, oltre agli organi dello Stato si diedero da
fare anche organizzazioni private, emanazione della Chiesa e della
Confindustria. Altro che Don Camillo, bonario e dal cuore grande. I
parroci schedavano tutti e senza letterina del reverendo rassicurante sul
comportamento (morale e politico)dell'interessato e della famiglia
non si entrava da nessuna parte.
Enrico Franceschini
“Una spia comunista” Così gli 007 inglesi pedinarono per decenni lo storico Hobsbawm
Gli mettevano i microfoni al telefono e nello studio. Gli leggevano la posta, che allora non era elettronica, ma di carta. Lo pedinavano per scoprire chi incontrava. Per decenni l’-Mi5, il controspionaggio del Regno Unito, spiò ossessivamente Eric Hobsbawm, forse il più noto storico britannico e un marxista convinto. Convinti che fosse o potesse essere al servizio di Mosca, i servizi segreti di Sua Maestà frugarono in ogni ripostiglio della sua vita privata, ma non trovarono mai prove che passasse informazioni all’Urss o tramasse per conto dell’internazionale comunista.
Enrico Franceschini
“Una spia comunista” Così gli 007 inglesi pedinarono per decenni lo storico Hobsbawm
Gli mettevano i microfoni al telefono e nello studio. Gli leggevano la posta, che allora non era elettronica, ma di carta. Lo pedinavano per scoprire chi incontrava. Per decenni l’-Mi5, il controspionaggio del Regno Unito, spiò ossessivamente Eric Hobsbawm, forse il più noto storico britannico e un marxista convinto. Convinti che fosse o potesse essere al servizio di Mosca, i servizi segreti di Sua Maestà frugarono in ogni ripostiglio della sua vita privata, ma non trovarono mai prove che passasse informazioni all’Urss o tramasse per conto dell’internazionale comunista.
Il “secolo breve”,
titolo del famoso saggio di Hobsbawm sul Novecento, dovette sembrare
molto più lungo agli 007 inglesi che cercavano di incastrarlo: una
caccia meticolosa ma, oltre che infruttuosa, maledettamente noiosa.
Gli unici “segreti” che vennero alla luce furono le difficoltà
matrimoniali con la prima moglie, che non lo riteneva un compagno (in
senso ideologico) abbastanza «fervente», e l’ospitalità data per
una notte a un misterioso personaggio «dal naso adunco e in
apparenza ebreo», annotò la spia di turno sul taccuino con spirito
d’osservazione antisemita, rivelatosi in seguito un parente del
tutto innocuo, lo “zio Harry”, che quella sera si era fermato da
lui perché aveva bevuto un po’ troppo.
Ha dunque più i tratti
della commedia che del thriller la montagna di rivelazioni ottenute
dal Guardian e da altri quotidiani londinesi sull’attività di
spionaggio ai danni dell’eminente storico scomparso nel 2012.
Commedia sì, ma tuttavia degli orrori, rivelando a che punto
arrivassero le paranoie occidentali al tempo della guerra fredda, uno
specchio fedele — fortunatamente senza arrivare ai campi di
prigionia del Gulag — di quello che sentiva e faceva sul versante
opposto la superpotenza rossa.
I documenti, otto
cartelle piene zeppe di rapporti “top secret”, non soltanto su
Hobswam ma pure su altri scrittori, artisti e intellettuali di
sinistra dell’epoca, come Iris Murdoch, Christopher Hill e Mary
Warnock, sono stati resi noti dai National Archives quasi senza
censure: solo qualche riga è oscurata qui e là e un’unica
cartella su di lui è stata “temporaneamente” trattenuta per
motivi non meglio specificati.
Il professore era
diventato un numero per il controspionaggio: 211764. Gli agenti erano
riusciti a nascondere cimici nei suoi telefoni e nelle sue stanze,
gli aprivano tutta la corrispondenza privata (confiscando fino a 10
lettere al giorno e fotocopiandole prima di riconsegnargliele),
seguivano i suoi movimenti.
Nato in Egitto e fuggito
in Inghilterra dalla Germania nazista nel 1933 per non diventare
vittima dell’Olocausto, Hobsbawm era iscritto al Cpgb, il partito
comunista britannico, un’adesione che non rinnegò mai, fino alla
morte, anche dopo il crollo del muro di Berlino e dell’Unione
Sovietica. Era la sua militanza comunista a suscitare sospetti
nell’Mi5, eppure l’unica scoperta “storica” dello spionaggio
nei suoi confronti è che contestò così duramente la leadership del
Cpgb da rischiare di essere espulso.
A cominciare dal 1956,
quando il controspionaggio venne a sapere che il professore, insieme
alla scrittrice (in seguito premio Nobel per la letteratura) Doris
Lessing, scrisse una lettera attaccando i leader del partito
comunista britannico per il loro «acritico sostegno alle azioni
sovietiche in Ungheria», ovvero alla sanguinosa invasione di
Budapest che aprì la prima crepa nel fronte comunista in Europa.
Quel sostegno, affermò Hobsbawm in un’assemblea del partito a King
street, vicino a Covent Garden, era «il culmine di anni di
distorsione di fatti», secondo quanto riferisce la registrazione del
controspionaggio.
Le intercettazioni
confermarono che Hobsbawm era amico di Alan Nunn May, un fisico
britannico che aveva confessato di avere fatto la spia per la Russia,
condannato per questo e rilasciato nel 1952. Ma tra lo storico e il
fisico non saltarono mai fuori accordi per arruolare anche Hobsbawm
al servizio di Mosca; né la Russia dimostrò mai alcun interesse a
Hobsbawm. Insomma, l’Mi5 fece tanta fatica per niente. Due anni
prima di morire, consapevole che esisteva un dossier su di lui negli
archivi di stato, il professore chiese di poterlo vedere. Glielo
negarono. Diventa di dominio pubblico soltanto ora, che il “secolo
breve” è finito da un pezzo.
La Repubblica – 25
ottobre 2014
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