Nuto Revelli
Raccolte in volume le
interviste di Nuto Revelli. Un libro da leggere per non dimenticare.
Massimo Novelli
Nuto Revelli. La
Storia vista dagli ultimi
«La memoria è il motivo che unisce tutti i miei libri: non dimenticare, non rimuovere». Nuto Revelli (1919-2004) lo affermava in un’intervista del 1999, che riassume in modo esemplare il senso della sua vita e della sua opera di narratore del «mondo dei vinti », gli uomini e le donne delle montagne e delle colline del Piemonte povero cancellati dalla storia.
Cuneese, ufficiale degli
alpini nella guerra di Russia, dove maturò la scelta antifascista e
dopo l’8 settembre 1943 l’adesione alla Resistenza, scrittore «e
manovale della ricerca», come si definiva, Revelli ha dato voce a
chi non l’aveva mai avuta: i soldati dell’Armir mandati da
Mussolini a morire nell’Urss, e i dimenticati del massacro di
Leopoli; i contadini, i montanari, costretti dalla fame a emigrare in
città; e le donne delle vallate misere del Cuneese, i preti che
salvarono ebrei e perseguitati dalla deportazione nei lager nazisti.
Un nuovo libro curato da
Mario Cordero, studioso della Resistenza e delle vallate alpine,
consente di ritornare ancora una volta a Nuto, alla sua lezione
morale e civile, alla sete inestinguibile di verità, alla storia
dalla parte degli umiliati e offesi. Si tratta de Il testimone.
Conversazioni e interviste 1966-2003 ( Einaudi, pagg. 246, euro 12),
che raccoglie i colloqui con un grande protagonista del Novecento,
che non ha mai cessato di battersi per la giustizia e per la libertà,
per riscattare i «vinti».
Come sottolinea Cordero
nell’introduzione, la parola scritta non può restituirci la voce
di Nuto, le sue intonazioni, i gesti, coinvolgenti e
«straordinariamente espressivi». Restano per fortuna le cose che
scriveva: parole scolpite come pietre anche nell’Italia rottamata e
immemore di oggi.
La Repubblica – 22
ottobre 2014
Nuto Revelli
Il testimone.
Conversazioni e interviste 1966-2003
Einaudi, 2014
euro 12
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