IL "PARTITO
DELLA NAZIONE" E I POPULISMI CHE STANNO SOMMERGENDO LA
"DEMOCRAZIA".
di Giuseppe Carlo
Marino, storico
Ci vuole molto a capire che i populismi sono le forme nuove
del fascismo?
Lo sono sia con Grillo che con
Renzi. Quest'ultimo, quello di Renzi, si è rivelato il populismo più efficiente
e pericoloso. Renzi, infatti, sta sfruttando abilmente il sentire diffuso di
una larga parte di italiani che, stufi di politica e di politicanti, aspirano
soltanto ad essere "governati" (non importa molto come e verso dove,
purché siano "governati"). In particolare, sfrutta abilmente:
a) il conflitto generazionale accentuato dalla
crisi
b) la frantumazione, il disorientamento,
l'impotenza e la diaspora della Sinistra
c) l'ostilità dei cittadini nei confronti della
burocrazia e, in genere, dello Stato e dei dipendenti dello Stato
d) l'antipolitica crescente soprattutto nell'area
dei ceti medi e in quella eterogenea del "non voto"
e) l'astio profondo dei disoccupati, dei precari e,
in genere, dei non inseriti, nei confronti dei sindacati e dei sindacalisti
f) il disgusto di molta gente onesta per la
corruzione del sistema e, in particolare, adesso, per le "mangiatoie"
costituite dalle Regioni
g) la corrente retorica che invoca
"meritocrazia" (ovunque, dall'amministrazione pubblica alla Scuola).
Tutto questo, ed altro di quotidiana ed
estemporanea demagogia, , condito con un pizzico di subalterno
"nazionalismo" a fronte dell'Europa e con l'ostentazione di un
cipiglio decisionista ( che mi richiama molto Craxi, ma anche, alla lontana,
Amintore Fanfani). Così si prepara a costituire il suo "partito della
Nazione" ( di indubbia vocazione totalitaria, in quanto capace, a suo
vedere, di rendere insensate e superflue sia la Destra che la Sinistra). Niente
potrà ormai salvarci da un "ventennio" di Renzi al comando, se non
una catastrofe politica del suo ardito tentativo che pagherebbero ovviamente
tutti gli italiani.
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