La critica di Sciascia alla partitocrazia risale ad un'altra stagione politica in cui vigeva la cosiddetta lottizzazione di qualunque angolo di potere esistente tra le varie componenti partitiche che, di fatto, minava alla radice la lettera e lo spirito della Costituzione repubblicana scaturita dalla liberazione antifascista.
Il ventennio berlusconiano ha incanalato quella energia dissolutoria in una prospettiva inedita, fondando un modello, ancora magmatico, di depauperamento dei poteri diffusi e di concentramento dei poteri in sedi di matrice autoritaria, ancorché avviluppati a centrali occulte di corruzione e malaffare. Una piattaforma che ha favorito da un lato l'insediarsi di politiche antisociali intra ed extra europee, già profondamente operanti nel nostro paese, e dall'altro il nuovo progetto di demolizione della Costituzione delineato dal c.d. 'Patto del Nazareno' tra Renzi e Berlusconi.
Lo svuotamento della nostra Costituzione è un processo di lungo corso e Sciascia fu il primo a denunciarlo.
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