09 ottobre 2014

IL NOBEL LETTERATURA A PATRICK MODIANO


Il Nobel a Patrick Modiano, il romanziere schivo

di Carlo Mazza Galanti

Patrick Modiano è senza dubbio uno degli autori più importanti che la letteratura francese abbia espresso negli ultimi decenni e al di là della forse discutibile predilezione verso le lettere d’oltralpe manifestata dai giurati dell’Accademia Reale (assegnando in sei anni due Nobel ad autori francesi), possiamo credere che questa volta la loro scelta non darà adito alle polemiche che accompagnarono l’assegnazione dello stesso premio a Le Clézio nel 2008.
Anzitutto per una ragione “quantitativa”: chi ha letto Modiano? Chi lo conosce? a differenza di Le Clézio, molto popolare (almeno in Francia), il nuovo Nobel per la letteratura è stato e verosimilmente resterà un autore per pochi, a maggior ragione qui da noi, dove la modesta conoscenza della sua opera (è tradotta, e in buona parte introvabile, una piccola scelta della trentina di libri che lo scrittore ha pubblicato in patria, da La place d’Etoile del 1968 a oggi) è forse l’illustrazione di un giudizio complessivo riguardo a una sensibilità letteraria francese che l’editoria italiana, ben diversamente orientata verso il mercato librario anglosassone, considera troppo sofisticata o, nel peggiore dei casi, ombelicale. Gli autori che in Italia “ce la fanno” (Houellebeq, Vargas, Nothomb, Carrère) riescono tutti, nel bene o nel male, a intercettare tendenze più conformi alle esigenze del consumo culturale globale.
La scrittura di Modiano, al contrario, è gelosamente riservata, restia a concedersi, del tutto priva delle seduzioni che fanno il successo e il consenso del pubblico di massa. Eppure i suoi libri, che a una prima occhiata sembrerebbero corrispondere all’idea semplicistica che siamo abituati a farci della “écriture artiste” francese (ombelicale, sofisticata, appunto), offrono al lettore avvertito la ricchezza e la complessità di una voce che, come quella di tutti i grandi, è decisamente unica, ispirata, e non replicabile.
Piccoli, densi, pervasi di una malinconia aerea e sfuggente, i romanzi di Modiano sono tasselli destinati a comporre un unico grande disegno non ancora terminato: ogni nuovo lavoro contribuisce alla costruzione di un’architettura tanto vasta quanto minuziosa e omogenea e capace, se abbracciata nella sua interezza, di penetrare gli anfratti della storia più sotterranea, più inconfessata e oscura del secondo novecento. Modiano appartiene a quella categoria di scrittori che girano per tutta la vita ossessivamente intorno allo stesso tema, agli stessi luoghi, agli stessi oggetti, scrittori che scrivono e riscrivono indefessamente lo stesso libro.

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Ripreso da   giovedì, 9 ottobre 2014 ·

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