Stefano Vilardo oggi
Stefano Vilardo, maestro di vita e di poesia, ha felicemente compiuto in questi giorni novantatre anni.
Con Tutti dicono Germania Germania. Poesie dell’emigrazione, pubblicato da Garzanti nel 1975, è diventato famoso in tutto il mondo. Di questo capolavoro abbiamo già parlato e scritto anche in questo blog.
Oggi mi piace ricordare alcuni suoi versi giovanili, scritti in un momento di tristezza e di solitudine, anche per mostrare come la vita superi sempre l'angoscia e la morte:
la mia primavera
E' ancora marzo che così infuria
e splende sui mandorleti
ormai rovinati dalla grandine.
Sul castello tra i fichidindia
e le agavi schiamazzano le gazze.
Il fiume gorgoglia veloce
tra i ciottoli bruni
e scalzi fanciulli
inseguono uccelli tra l'erbe
e le fionde vibrano
e lo scoppio delle voci.
Ma la mia primavera
è questa tristezza che dura
e m'ingemma la mente d'angoscia,
questa solitudine estrema.
Stefano Vilardo
da I primi fuochi, 1955
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