Lawrence Ferlinghetti
Circolano in rete, attribuiti ad autori diversi, questi bellissimi versi di Lawrence Ferlinghetti, esponente di primo piano della beat generation. Li riprendiamo stamattina perchè li sentiamo particolarmente adatti al momento storico che stiamo vivendo.
Pietà per la nazione (alla maniera di
Khalil Gibran)
Pietà per la nazione i cui uomini sono
pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’ altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato e’ danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
Dolce terra di libertà!
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’ altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato e’ danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
Dolce terra di libertà!
Lawrence Ferlinghetti
Pity the nation whose people are sheep,
and whose shepherds mislead them.
Pity the nation whose leaders are liars, whose sages are silenced,
and whose bigots haunt the airwaves.
Pity the nation that raises not its voice,
except to praise conquerors and acclaim the bully as hero
and aims to rule the world with force and by torture.
Pity the nation that knows no other language but its own
and no other culture but its own.
Pity the nation whose breath is money
and sleeps the sleep of the too well fed.
Pity the nation — oh, pity the people who allow their rights to erode
and their freedoms to be washed away.
My country, tears of thee, sweet land of liberty.
Pity the nation whose people are sheep,
and whose shepherds mislead them.
Pity the nation whose leaders are liars, whose sages are silenced,
and whose bigots haunt the airwaves.
Pity the nation that raises not its voice,
except to praise conquerors and acclaim the bully as hero
and aims to rule the world with force and by torture.
Pity the nation that knows no other language but its own
and no other culture but its own.
Pity the nation whose breath is money
and sleeps the sleep of the too well fed.
Pity the nation — oh, pity the people who allow their rights to erode
and their freedoms to be washed away.
My country, tears of thee, sweet land of liberty.
P.S. : Chi desidera saperne di più sulla storia di questo testo è invitato a leggere quanto ha scritto Enrico Robbiati su http://in-ethosphera.blogspot.it/2014/03/pieta-per-la-nazione.html.Giustamente il Robbiati osserva che "La rete è una gran bella cosa, perché è una
miniera di cognizioni degna di Efeso e Alessandria; ma i suoi amanuensi,
abituati alla rapidità elettronica, non sempre si prendono cura di accertare la
fondatezza delle informazioni. Non solo le esatte, ma anche le inesatte si
propagano perciò a macchia d’olio: se scrivo in un blog che l’autore del Gattopardo è Pippo Baudo, state pur certi che qualcuno ci
crederà."
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