Questa mattina faccio mia la riflessione di un caro amico, Giuseppe Casarrubea, conosciuto negli anni settanta al Centro Studi e Iniziative di Partinico.
COS’ E’
L’OMERTA’
Tra i vari elementi che compongono la struttura
culturale del mafioso, l’omertà è il più fondante, esprime un’essenza
specifica, una conditio sine qua non. Non si dà, infatti, mafioso senza omertà
mentre può essere diffusa la considerazione opposta, che esista omertà
senza che ci sia necessariamente mafia.
C’è una forma di omertà innata nel genere umano che
deriva dalla paura di ricevere un danno irrimediabile dall’esporsi, dalla
denuncia di nomi o fatti, con conseguenze che potrebbero intaccare il
quieto vivere di ciascuno. La rottura dell’omertà in genere, implica, un
diffuso solidarismo sociale, uno scarso potere di dominio del più forte sul più
debole. Per quanto concerne l’Italia, una ricerca di Giorgio Chinnici ha
ampiamente dimostrato come, anche l’omertà abbia costituito uno
stereotipo utile a relegare un carattere umano definito a un ambito regionale,
(Trasgressioni realizzate, Milano, Unicopli, 1988), quando, al contrario, la
Sicilia, in termini di denunce, si colloca al di sopra degli standard medi
nazionali, con ciò sfatando una concezione antropologica del siciliano che lo
vorrebbe quasi geneticamente predestinato. Non è così e l’allargamento del
consenso contro l’imposizione del pizzo e la territorialità delle mafie lo
dimostra. Vi sono, tuttavia, elementi peculiari al carattere dell’omertà dei
siciliani, che coincidono con quelli propri della cultura mafiosa.
Nel vocabolario siciliano-italiano
illustrato di Antonino Traina omertà è sinonimo di “omineità”,
parola che esprime la “qualità dell’essere uomo”, una modalità del farsi
uomo. Essere uomo significa avere molta abilità, per cui si dice: – farsi
uomo nel senso di “diventare uomo di conto”, e “fare l’uomo”, nel senso
di “fare il forte, l’astuto, il serio”.
Ma si noti anche come il detto “fare un uomo”, stia a
significare “mettere alcuno in sua vece”, o assumere qualcuno che faccia un
lavoro subalterno. Una sorta di derivazione di sè stesso: l’altro fa quello che
“l’uomo” non vuole o non riesce a fare, mettendo qualcuno al posto suo.
L’omertà è un intreccio complesso, di complicità, di
giochi psicologici e materiali di dominio e di soggezione, di forme della
centralità maschilista, con risvolti particolarmente significativi per quanto
concerne la supremazia del ruolo maschile, come starebbe a
dimostrare lo stesso mondo proverbiale ( “dda casa chi nun cc’è omu nun
havi nnomu” – nella casa in cui non c’è un uomo non c’è un nome;
“l’omu ‘n vista a la donna sempri ammagghia”/ la donna in vista all’omu si
travagghia” – l’uomo al cospetto della donna si lega a maglia, la donna
al cospetto dell’uomo si dà da fare-; “genti assai ed omini picca” –
molta gente e pochi veri uomini-; “ogni bbeni da l’omu veni” – ogni bene viene
dall’uomo ).
Va sottolineato che nel sistema
culturale mafioso, l’omertà non è una qualità effettuale, ma un elemento
strutturale causale, capace di determinare conseguenze e di esprimere una
condizione valoriale intrinseca.
Pertanto la definizione che dànno alcuni dizionari
della parola deve essere letta con la suddetta avvertenza. Si veda, ad
esempio, il Garzanti che scrive: “forma di solidarietà propria della malavita,
per cui si mantiene il silenzio su un delitto o sulle sue circostanze in modo
da ostacolare la ricerca e la punizione del colpevole. Nel senso estensivo ha
anche il senso di solidarietà, silenzio su mancanze, colpe altrui per
salvaguardare propri interessi, per timore di conseguenze negative o altro/.
Forse forma napoletana di “umilità”, per indicare sottomissione alle regole
della camorra”.
Definizioni tutte che vanno intese come risultati di
processi di cui l’omertà non è una manifestazione evidente, ma la causa,
la struttura che li rende necessari. Il problema si lega, cioè, al
processo dinamico di formazione della personalità del mafioso, lungo il
percorso che va dal terreno dell’affinità dentro i limiti della generica
cultura mafiosa, a quello della significazione e dell’affiliazione, segnando il
salto di qualità da una condizione nella quale l’individuo è ancora libero di
crescere e formarsi in altro modo, ad una fase nella quale, al contrario, egli
compie una scelta decisiva, consegnandosi al modello della cultura mafiosa.
Giuseppe Casarrubea, 5 marzo 2014
Cos’è l’omertà _ Blog di Giuseppe
Casarrubea.htm
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