Per quanto ancora potremo permetterci di
sottrarre? Se il Colonialismo che sottraeva risorse e materie prime è
terminato, perché ancora oggi, la vecchia e saggia Europa gioca al
ribasso considerando l’Africa un problema e non una risorsa? Perché il
sillogismo della definizione di Négritudine “la negazione della
negazione dell’uomo nero” sembra così attuale ed insormontabile? Pur
sapendo che, in matematica, negare una negazione, equivale ad affermare?
Un esempio chiarificatore: sia se gli africani muoiono nel Canale di Sicilia, sia che vengano salvati, sia che arrivino per fortuna a riva, esistono. Negandogli aiuto, protezione non sono né meno africani, né meno persone. E seguire a considerarli un problema non li rende meno di quel che sono. Perché “problema” indica la buona scusa per non focalizzare i reali problemi. E quindi trattasi solo di un punto di vista distratto e inconcludente. Perché si sa, i problemi richiedo impegno di mente e braccia, e raramente si risolvono chiamandoli con un nome generico. Oggi negare ha un prezzo più alto di ammettere. Negare il diritto di voto. Negare la presenza di un Continente che non dorme, anzi, vive traumi ed accelerazioni sociali che dipendono soprattutto dalle cattive ingerenze dell’ex politica coloniale. Che funziona come l’ex marito o l’ex moglie. Che nonostante le sentenze dei Giudici non ti le levi più dalle scatole.
Un esempio chiarificatore: sia se gli africani muoiono nel Canale di Sicilia, sia che vengano salvati, sia che arrivino per fortuna a riva, esistono. Negandogli aiuto, protezione non sono né meno africani, né meno persone. E seguire a considerarli un problema non li rende meno di quel che sono. Perché “problema” indica la buona scusa per non focalizzare i reali problemi. E quindi trattasi solo di un punto di vista distratto e inconcludente. Perché si sa, i problemi richiedo impegno di mente e braccia, e raramente si risolvono chiamandoli con un nome generico. Oggi negare ha un prezzo più alto di ammettere. Negare il diritto di voto. Negare la presenza di un Continente che non dorme, anzi, vive traumi ed accelerazioni sociali che dipendono soprattutto dalle cattive ingerenze dell’ex politica coloniale. Che funziona come l’ex marito o l’ex moglie. Che nonostante le sentenze dei Giudici non ti le levi più dalle scatole.
Ecco vogliamo rendere omaggio a Léopold Sédar Senghor. Per le sue idee progressiste, per il suo amore per l’uomo e per l’arte.
CHI È LÉOPOLD SÉDAR SENGHOR?
Léopold Sédar Senghor (Joal, 9 ottobre
1906 – Verson, 20 dicembre 2001) è stato un politico e poeta senegalese
di lingua francese che, tra le due guerre fu, con l’antilliano Aimé
Césaire, il vate e l’ideologo della négritude. Senghor è stato il primo
presidente del Senegal, in carica dal 1960 al 1980. È stato inoltre il
primo africano a sedere come membro dell’ Académie française. È stato
anche il fondatore del partito politico Blocco democratico senegalese. I
suoi contributi alla rivisitazione e riscoperta moderna della cultura
africana ne fanno uno dei più considerati intellettuali africani del XX
secolo: dalla letteratura alla scultura, dalla filosofia alle religione.
Nel 1974 ricevette il premio letterario Guillaume-Apollinaire per
l’insieme delle sue opere poetiche. Il presidente francese Jacques
Chirac alla scomparsa di Senghor dichiarò: «La poesia ha perso uno dei
suoi maestri, il Senegal un uomo di stato, l’Africa un visionario e la
Francia un amico.»
COS’È LA NÉGRITUDINE?
La négritude è stato un movimento
letterario, culturale e politico nel XX secolo dagli scrittori africani e
afroamericana. Il termine négritude fu usato per la prima volta da Aimé
Césaire nel 1935, nel terzo numero della rivista L’Etudiant Noir.
Césaire rivendicava l’identità e la cultura nera contro quella francese,
percepita come strumento di oppressione da parte dell’amministrazione
coloniale. La nascita di questo concetto e della rivista Présence
Africaine, apparve nel 1947 contemporaneamente sia a Dakar che a Parigi.
Césaire definì allora la Négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”.
Nel 1948 viene pubblicata, a cura di
Senghor stesso, l’Antologia della nuova poesia negra e malgascia di
lingua francese, preceduta da uno studio di Sartre, in cui la
negritudine è paragonata a Orfeo alla ricerca di Euridice, ovvero il
nero alla ricerca di sé stesso, nello sforzo di risalire alle proprie
radici, attraverso la propria storia, i propri difetti, le proprie
trasformazioni.
IL PENSIERO
Per Senghor lo sviluppo dell’Africa è
inscindibile dalla valorizzazione delle arti africane, possibile
fondamento di un sentimento nazionale e panafricano. L’arte africana
poteva offrire un’immagine positiva della ricchezza del continente e
mostrare al mondo come non solo l’Africa fosse stata influenzata
dall’Europa, ma l’avesse a sua volta influenzata.
MECENATE
Léopold Sédar Senghor inoltre non manca
mai nei suoi discorsi di ricordare l’importanza della cultura,
associando la sua immagine a quella di protettore delle arti. Il
Presidente sostiene gli artisti in linea con il suo pensiero con
finanziamenti pubblici, con l’acquisto di opere e con esposizioni
nazionali ed internazionali: questi artisti sono conosciuti sotto il
nome di École de Dakar. Le esposizioni internazionali (dal 1974 al
1985), la Scuola d’Arte (soprattutto grazie al dipartimento di
Recherches Plastiques Nègres) ed il prestigioso Museo Dynamique hanno un
ruolo centrale nella diffusione del pensiero di Senghor.
Con la sua politica culturale, Léopold Sédar Senghor inventa un’arte nazionale.
Con la sua politica culturale, Léopold Sédar Senghor inventa un’arte nazionale.
PROGRAMMA DELLA SERATA
dalle ore 17.00
Breve introduzione e proiezione del documentario
U STISSU SANGU (Italia, 53 min)
di Francesco Dimartino e Sebastiano Adernò
U STISSU SANGU (Italia, 53 min)
di Francesco Dimartino e Sebastiano Adernò
a seguire interventi di
Sebastiano Adernò
Mohamed BA
Annitta Dimineo
Cheikh Tidiane Gaye
ksenja laginja
Max Ponte
Mohamed BA
Annitta Dimineo
Cheikh Tidiane Gaye
ksenja laginja
Max Ponte
alle percussioni Balla Nar
INGRESSO 5,00 € (documentario + buffet senegalese)
SPAZIO TU di MASCHERENERE
@ La Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano
@ La Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano
Perfino in Africa si riconosce la grandezza dell'intellettuale sig. Sanghor. Attraverso le sue opere ha largamente contribuito alla valorizzazione della cultura e arte negra africana. D'altro canto non bisogna ignorare che la grande maggioranza dei correnti Panafricanisti gli rimprovera la sua filosofia di "metissage" culturale.
RispondiEliminaLoredana Pacentini