01 novembre 2014

OMAGGIO A LEOPOLD SEDAR SENGHOR



Per quanto ancora potremo permetterci di sottrarre? Se il Colonialismo che sottraeva risorse e materie prime è terminato, perché ancora oggi, la vecchia e saggia Europa gioca al ribasso considerando l’Africa un problema e non una risorsa? Perché il sillogismo della definizione di Négritudine “la negazione della negazione dell’uomo nero” sembra così attuale ed insormontabile? Pur sapendo che, in matematica, negare una negazione, equivale ad affermare?
Un esempio chiarificatore: sia se gli africani muoiono nel Canale di Sicilia, sia che vengano salvati, sia che arrivino per fortuna a riva, esistono. Negandogli aiuto, protezione non sono né meno africani, né meno persone. E seguire a considerarli un problema non li rende meno di quel che sono. Perché “problema” indica la buona scusa per non focalizzare i reali problemi. E quindi trattasi solo di un punto di vista distratto e inconcludente. Perché si sa, i problemi richiedo impegno di mente e braccia, e raramente si risolvono chiamandoli con un nome generico. Oggi negare ha un prezzo più alto di ammettere. Negare il diritto di voto. Negare la presenza di un Continente che non dorme, anzi, vive traumi ed accelerazioni sociali che dipendono soprattutto dalle cattive ingerenze dell’ex politica coloniale. Che funziona come l’ex marito o l’ex moglie. Che nonostante le sentenze dei Giudici non ti le levi più dalle scatole.
Ecco vogliamo rendere omaggio a Léopold Sédar Senghor. Per le sue idee progressiste, per il suo amore per l’uomo e per l’arte.

CHI È LÉOPOLD SÉDAR SENGHOR?

Léopold Sédar Senghor (Joal, 9 ottobre 1906 – Verson, 20 dicembre 2001) è stato un politico e poeta senegalese di lingua francese che, tra le due guerre fu, con l’antilliano Aimé Césaire, il vate e l’ideologo della négritude. Senghor è stato il primo presidente del Senegal, in carica dal 1960 al 1980. È stato inoltre il primo africano a sedere come membro dell’ Académie française. È stato anche il fondatore del partito politico Blocco democratico senegalese. I suoi contributi alla rivisitazione e riscoperta moderna della cultura africana ne fanno uno dei più considerati intellettuali africani del XX secolo: dalla letteratura alla scultura, dalla filosofia alle religione. Nel 1974 ricevette il premio letterario Guillaume-Apollinaire per l’insieme delle sue opere poetiche. Il presidente francese Jacques Chirac alla scomparsa di Senghor dichiarò: «La poesia ha perso uno dei suoi maestri, il Senegal un uomo di stato, l’Africa un visionario e la Francia un amico.»

COS’È LA NÉGRITUDINE?
La négritude è stato un movimento letterario, culturale e politico nel XX secolo dagli scrittori africani e afroamericana. Il termine négritude fu usato per la prima volta da Aimé Césaire nel 1935, nel terzo numero della rivista L’Etudiant Noir. Césaire rivendicava l’identità e la cultura nera contro quella francese, percepita come strumento di oppressione da parte dell’amministrazione coloniale. La nascita di questo concetto e della rivista Présence Africaine, apparve nel 1947 contemporaneamente sia a Dakar che a Parigi.
Césaire definì allora la Négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”.
Nel 1948 viene pubblicata, a cura di Senghor stesso, l’Antologia della nuova poesia negra e malgascia di lingua francese, preceduta da uno studio di Sartre, in cui la negritudine è paragonata a Orfeo alla ricerca di Euridice, ovvero il nero alla ricerca di sé stesso, nello sforzo di risalire alle proprie radici, attraverso la propria storia, i propri difetti, le proprie trasformazioni.

IL PENSIERO
Per Senghor lo sviluppo dell’Africa è inscindibile dalla valorizzazione delle arti africane, possibile fondamento di un sentimento nazionale e panafricano. L’arte africana poteva offrire un’immagine positiva della ricchezza del continente e mostrare al mondo come non solo l’Africa fosse stata influenzata dall’Europa, ma l’avesse a sua volta influenzata.

MECENATE
Léopold Sédar Senghor inoltre non manca mai nei suoi discorsi di ricordare l’importanza della cultura, associando la sua immagine a quella di protettore delle arti. Il Presidente sostiene gli artisti in linea con il suo pensiero con finanziamenti pubblici, con l’acquisto di opere e con esposizioni nazionali ed internazionali: questi artisti sono conosciuti sotto il nome di École de Dakar. Le esposizioni internazionali (dal 1974 al 1985), la Scuola d’Arte (soprattutto grazie al dipartimento di Recherches Plastiques Nègres) ed il prestigioso Museo Dynamique hanno un ruolo centrale nella diffusione del pensiero di Senghor.
Con la sua politica culturale, Léopold Sédar Senghor inventa un’arte nazionale.

PROGRAMMA DELLA SERATA
dalle ore 17.00
Breve introduzione e proiezione del documentario
U STISSU SANGU (Italia, 53 min)
di Francesco Dimartino e Sebastiano Adernò
a seguire interventi di
Sebastiano Adernò
Mohamed BA
Annitta Dimineo
Cheikh Tidiane Gaye
ksenja laginja
Max Ponte
alle percussioni Balla Nar
INGRESSO 5,00 € (documentario + buffet senegalese)
SPAZIO TU di MASCHERENERE
@ La Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano

1 commento:

  1. Perfino in Africa si riconosce la grandezza dell'intellettuale sig. Sanghor. Attraverso le sue opere ha largamente contribuito alla valorizzazione della cultura e arte negra africana. D'altro canto non bisogna ignorare che la grande maggioranza dei correnti Panafricanisti gli rimprovera la sua filosofia di "metissage" culturale.
    Loredana Pacentini

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