24 febbraio 2014

DESTRA E SINISTRA AI TEMPI DI BOBBIO

Destra e Sinistra per Bobbio

Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa del  filosofo torinese Norberto Bobbio, venti dalla pubblicazione di una delle sue opere più note, Destra e Sinistra.  

Proponiamo qui di seguito alcuni brani del testo sulle differenze tra destra e sinistra nel panorama politico. 

Uguaglianza e disuguaglianza, libertà, democrazia sono i concetti chiave della sua argomentazione.

Su questa proposta  è ancora aperto un dibattito che, al di là di schieramenti ideologici contrapposti per principio o per azione strumentale o modaiola,
aiuta a comprendere le istanze e le visioni del mondo delle due diverse posizioni politiche.
Una delle conquiste più clamorose, anche se oggi comincia ad essere contestata,
dei movimenti socialisti che si sono identificati almeno sino ad ora con la sinistra, da un
secolo a questa parte, è il riconoscimento dei diritti sociali accanto a quelli di libertà. Si
tratta di nuovi diritti che hanno fatto la loro apparizione nelle costituzioni dal primo
dopoguerra in poi e sono stati consacrati anche dalla Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo e da altre carte internazionali successive. La ragion d’essere dei diritti sociali
come il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il diritto alla salute, è una ragione egualitaria.

Tutti e tre mirano a rendere meno grande la diseguaglianza tra che ha e chi non ha, o a
mettere in condizione un sempre maggior numero possibile di essere meno diseguali
rispetto a individui più fortunati per nascita e condizione sociale.

Ripeto ancora una volta che non sto dicendo che una maggiore eguaglianza è un
bene e una maggiore diseguaglianza è un male. Non voglio neppure dire che una
maggiore eguaglianza sia da preferire sempre e in ogni caso ad altri beni come la libertà, il
benessere, la pace. Attraverso questi riferimenti storici voglio semplicemente ribadire che
se vi è un elemento caratterizzante delle dottrine e dei movimenti che si sono chiamati e
sono stati riconosciuti universalmente come sinistra, questo è l’egualitarismo, inteso,
ancora una volta, non come l’utopia di una società in cui tutti gli individui siano eguali in
tutto, ma come tendenza a rendere più eguali i diseguali.

Se mi si concede che il criterio rilevante per distinguere la destra e la sinistra è il
diverso atteggiamento rispetto all’ideale dell’uguaglianza, e il criterio rilevante per
distinguere l’ala moderata e quella estremista, tanto nella destra quanto nella sinistra, è il
diverso atteggiamento rispetto alla libertà, si può ripartire schematicamente lo spettro in
cui si collocano dottrine e movimenti politici, in queste quattro parti:

a) all’estrema sinistra stanno i movimenti insieme egualitari e autoritari, di cui l’esempio
storico più importante,  tanto da essere diventata un’astratta categoria applicabile, ed
effettivamente applicata, a periodi e situazioni storiche diverse, è il giacobinismo;

b) al centro sinistra, dottrine e movimenti insieme egualitari e libertari, per i quali
potremmo oggi usare l’espressione “socialismo liberale”, per comprendervi tutti i
partiti socialdemocratici, pur nelle loro diverse prassi politiche;

c) al centro destra, dottrine e movimenti insieme libertari e inegualitari, entro cui
rientrano i partiti conservatori, che si distinguono dalle destre reazionarie per la loro
fedeltà al metodo democratico, ma, rispetto all’ideale dell’uguaglianza, si attestano e
si arrestano sull’uguaglianza di fronte alla legge, che implica unicamente il dovere da
parte del giudice di applicare imparzialmente le leggi;

d) all’estrema destra, dottrine e movimenti antiliberali e antiegualitari, di cui credo sia
superfluo indicare esempi storici ben noti come il fascismo e il nazismo.

 


            Va da sé che la realtà è più varia di questo schema, costruito soltanto su due criteri, ma si
tratta di due criteri fondamentali, che, combinati, servono a designare una mappa che
salva la contestata distinzione tra destra e sinistra, e nello stesso tempo risponde alla
troppo facile obiezione che vengono considerati di destra o di sinistra dottrine e movimenti
non omogenei come, a sinistra, comunismo e socialismo democratico, a destra, fascismo
e conservatorismo; spiega anche perchè, sebbene non omogenei, possano essere in
situazioni eccezionali di crisi, potenzialmente alleati.


 La spinta verso una sempre maggiore eguaglianza tra gli uomini è irresistibile.  Ogni superamento di questa o quella discriminazione rappresenta una tappa, certo non necessaria, ma almeno possibile, del processo di incivilimento. Mai come nella nostra epoca sono state messe in discussione le tre fonti principali di diseguaglianza: la classe, la razza e il sesso. La graduale parificazione delle donne agli uomini è uno dei segni più certi dell'inarrestabile cammino del genere umano verso l'eguaglianza.



Norberto Bobbio, Destra e Sinistra, 1994 

il dibattito in corso 
 FONTE: http://pensieroerealta.blogspot.it/2014/02/destra-e-sinistra-per-bobbio.html

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