la teoria dell'evoluzione di Darwin
La spiegazione dell'evoluzione di Darwin-Wallace, nota come teoria
dell'evoluzione per selezione naturale, può essere così riassunta:
- fra gli individui di una stessa specie vi è grande variabilità genetica (che si manifesta in piccole differenze nei caratteri, quali corporatura, altezza, pigmentazione della pelle, colore degli occhi ecc.);
- le variazioni individuali devono essere ereditabili, perché i figli sono simili ai genitori;
- tutti gli organismi tendono a moltiplicarsi, ma l'ambiente non permette una crescita indiscriminata, per cui le dimensioni di una popolazione sono frenate dalla mortalità (selezione naturale);
- sopravvivono e si riproducono più facilmente gli individui che hanno raggiunto un migliore adattamento all'ambiente in cui vivono, e che quindi sono favoriti nella lotta per l'esistenza;
- con questi meccanismi, le specie nel tempo si evolvono, dando origine a nuove specie.
Darwin conosceva le tecniche della selezione
artificiale, il mezzo attuato da secoli da allevatori e coltivatori per
migliorare le razze economicamente utili, e ipotizzò che un meccanismo
simile
potesse verosimilmente agire anche in natura.
Non conosceva invece le
leggi
dell'ereditarietà (gli studi di Mendel, suo contemporaneo, passarono
quasi
inosservati fino ai primi del '900) e non seppe quindi spiegare in
particolare come si origina la variabilità di caratteri (sia fisici, sia
comportamentali) sulla quale avrebbe dovuto agire la selezione
naturale.
La teoria dell'evoluzione ha comunque il merito di aver
sottolineato che i nuovi caratteri si originano indipendentemente dall'ambiente
(cioè non è l'ambiente a creare nuovi caratteri, come sosteneva Lamarck), ma,
una volta comparsi, sono selezionati dall'ambiente.
L'evoluzione è quindi
diretta dalla selezione naturale, ma procede in modo casuale.
La teoria dell'evoluzione ebbe grande impatto sul
pensiero dell'800 e, in particolare, sulla biologia, di cui rimane ancora oggi
una delle teorie unificatrici, perché permette di spiegare e di organizzare in
modo logico tutte le conoscenze delle diverse discipline.
Gli studi di Darwin svilupparono gli spunti forniti da dottrine
in precedenza eleaborate in ambito geologico (Lyell) e demografico-economico
(Malthus).
Secondo il principio dell'attualismo del geologo inglese C. Lyell
(1797-1875) il modellamento della Terra è il risultato non di immani catastrofi,
come terremoti o eruzioni gigantesche, ma di forze naturali lente e continue,
sempre all'opera. Analogamente, in campo biologico piccole variazioni di forma
da una generazione all'altra avrebbero potuto formare, nel corso del tempo
geologico, tutte le specie animali e vegetali che conosciamo.
Secondo la teoria
demografica dell'economista inglese T. Malthus (1766-1834), le popolazioni umane
tendono a crescere in progressione geometrica, mentre le risorse alimentari in
natura crescono in progressione aritmetica, comportando una scarsità di risorse
a danno degli individui più deboli, che soccombono. Da qui l'dea di una continua
lotta per l'esistenza, generalizzabile a tutti gli organismi viventi, e il cui
risultato sarebbe quello di favorire i più adatti (selezione naturale).
La teoria dell’evoluzione presentata nell'Origine della specie (1859) di Darwin ha prodotto una
rivoluzione in campo biologico di importanza pari a quella causata
dalla teoria copernicana in astronomia. Per millenni l’uomo aveva
pensato che la Terra fosse al centro dell’Universo: Copernico le tolse
questa posizione privilegiata, dimostrando che la Terra ruota intorno al
Sole.
Le idee di Darwin furono all’origine di un analogo capovolgimento in campo biologico. Secondo la sua teoria l’uomo non è, come fino ad allora si era ritenuto, il centro del mondo vivente e gli animali e le piante non sono stati creati per appagare i suoi bisogni; l’uomo è solamente il risultato finale di un lungo cammino evolutivo iniziato con la comparsa della vita sulla Terra.
Le idee di Darwin furono all’origine di un analogo capovolgimento in campo biologico. Secondo la sua teoria l’uomo non è, come fino ad allora si era ritenuto, il centro del mondo vivente e gli animali e le piante non sono stati creati per appagare i suoi bisogni; l’uomo è solamente il risultato finale di un lungo cammino evolutivo iniziato con la comparsa della vita sulla Terra.
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