25 febbraio 2014

STORIA E LETTERATURA DELLA STUPIDITA'





La stupidità è una lingua

Marrone, studioso a Palermo di Montalbano, il commissario, come Eco lo fu di Mike Bongiorno, non ha paura di essere intelligente con la stupidità. Ma si guarda le spalle. Il suo tema è “Stupidità e scrittura”, così si intitolava in origine il libro, vent’anni fa. Lo ripubblica sopraffatto dalla stupidità che ci ha invaso coi new media, la stupidità, si sa, è “relazionale”. Ma, poi, vi si avventura poco. È  indeciso, la novità in realtà lo affascina.
Il grosso del lavoro è la riproposta degli scrittori rinomati che si sono esercitati in argomento: il filone di Giufà, Flaubert, Musil, Adorno, Barthes, Deleuze, Eco, Sciascia – manca Jean Paul, che è il più divertente. Un’ossessione per Sciascia - il terrorismo liquidò in tv dopo il rapimento di Moro, sbuffando per l’indignazione, con due parole: “Sono stupidi!”. Uno spasso per Eco, dal “Pendolo di Foucault”, qui trattato a lungo, al “Cimitero di Praga”.
Alla fine la stupidità è assolta: è un fatto linguistico. Lo è Giufà, lo sono i luoghi comuni di Flaubert, il totalitarismo di Adorno, il signor Chance di Kosinsky (“Oltre il giardino”), il complottismo di Eco e Sciascia. Notevole Deleuze: la bestia, bête in francese, non è soggetta alla stupidità, bêtise.
Il capitolo più promettente è rimasto nella penna: la “Ricerca” di Proust come “un’interminabile galleria di stupidi” (p.46). Anche il “transpolitico” di Baudrillard prometteva bene – che sa di “trans”, senz’altro: la stupidità è “l’anomalia, ossia una difformità senza conseguenze, senza più alcun carattere di sfida o di trasgressione” (siamo tutti trans-stupidi?).
 
Recensione del libro:
Gianfranco Marrone, Stupidità, Bompiani, pp. 166 € 12 

Da: http://www.antiit.com/2014/02/la-stupidita-e-una-lingua.html

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