18 febbraio 2014

SECONDO IL CORSERA LA TRATTATIVA STATO-MAFIA E' LECITA!

Un libro del giurista Fiandaca e dello storico Lupo critica il processo di Palermo

«La trattativa Stato-mafia era lecita»


In un nuovo libro, il giurista Giovanni Fiandaca e lo storico Salvatore Lupo mettono in dubbio i fondamenti giuridici e storico-politici del processo di Palermo: il presunto patto occulto tra lo Stato e Cosa nostra era una necessità per far cessare le stragi. Fiandaca accusa i pm di un «pregiudiziale atteggiamento criminalizzatore».
GIOVANNI BIANCONI

(17 febbraio 2014) - Corriere della Sera pag. 1


Ero incredulo ieri nel leggere sulla prima pagina del principale quotidiano nazionale la notizia sopra riportata.
Non avendo ancora letto il libro di Fiandaca e Lupo, non arrivato ancora in libreria, mi riservo di  tornare  su di esso quando tutti saranno messi nelle condizioni di leggerlo. Oggi mi limito ad esternare la mia meraviglia per l'iniziativa del Corsera con un breve corsivo che il Prof. Giuseppe Carlo Marino ha pubblicato ieri su facebook: 

 TRATTATIVA STATO-MAFIA: UN'INQUIETANTE INIZIATIVA EDITORIALE AVALLATA DAL "CORRIERE".

Prendo atto, con non poca indignazione, della vistosa "anticipazione" che il "Corriere della sera" ha dedicato al libro in uscita di G.Fiandaca e S.Lupo sulla trattativa Stato-mafia. Si tratta, a quanto pare, di un libro che delegittima in toto il faticoso lavoro dei magistrati della Pocura di Palermo, investiti dalla critica di essersi maldestramente "inventati" una trattativa inesistente (forse perseguendo il fine di una facile popolarità). E' perlomeno stupefacente che il libro appaia mentre è ancora in corso il procedimento giudiziario sui fatti rilevati e opportunamente perseguiti dalla magistratura inquirente. Sono adesso loro due, Fiandaca e Lupo, i "giudici", sono loro due il "tribunale" chiamato a svelare la verità? Sembra che si siano autoinvestiti dell'autorità di sentenziare e questo dovrebbe bastare per tagliar corto con la questione. Semplicemente dichiarandola "scriteriata".
Comunque, la pubblicazione di un libro del genere (scritto a quattro mani, da uno storico e da un giurista, entrambi molto accreditati nel loro ambito professionale) va, oggettivamente - quali che siano gli argomenti "tecnici" usati dagli autori - nella direzione di sollevare un movimento di opinione a favore del proscioglimento degli imputati, per serrare per sempre la questione nei soliti "misteri" irrisolti della repubblica. Oggettivamente - mi sembra -si tratta di un intervento tanto inopportuno quanto insidioso perché attuato con intenzioni, e forse anche con metodi, "scientifici". E mi sembra assai grave che sia messo in atto proprio mentre il giudice Di Matteo e i suoi colleghi (lucidamente e generosamente impegnati nella loro fatica giudiziaria e civile) stanno rischiando la vita per la condanna a morte emessa da Totò Riina. C'è un flio che collega le tesi sostenute in questo libro con la nota cancellazione delle intercettazioni Napolitano-Mancino e con quel che sta accadendo nel quadro politico (auspice e "consigliore" sempre lo stesso Corriere!) con il tenebroso accesso di Matteo Renzi a palazzo Chigi?

Prof. Giuseppe Carlo Marino

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