Quando
nel dicembre 1975 Giacinto Spagnoletti, già noto letterato, viene in
Sicilia per incontrare Danilo Dolci e i suoi collaboratori del Centro
Studi e Iniziative di Partinico e Trappeto, non ha «ancora l’idea precisa di
comporre un libro, bensì di registrare alcune conversazioni» e
raccogliere documenti. Ma quelle conversazioni registrate al magnetofono
diventeranno un libro pubblicato da Mondadori nel 1977.
In quel periodo io ero uno dei collaboratori di Danilo e vivevo al Centro di Formazione di Trappeto. Ricordo perfettamente quelle indimenticabili giornate e mi ha fatto tanto piacere vedere ristampato un libro che era scomparso dalla circolazione.
Un libro importante per
almeno due ragioni essenziali: Spagnoletti scelse di lasciare che
«questa serie di interviste costituisse da sola il filtro per una
conoscenza diretta del personaggio e delle sue idee» e perché, anche a
distanza di tanti anni dalla prima edizione, Conversazioni rimane
non la summa delle esperienze vissute da Danilo Dolci ma «uno strumento
piuttosto che un “lavoro d’autore” [...] al servizio di quanti si
sforzano di percorrere analoghe strade di liberazione».
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