Karel Kosìk
Giovani adulti e
gioventù.
La gioventù si rivolta
contro i padri, o perché nauseata dalle relazioni “patriarcali”,
che le appaiono ossificate, non dignitose, limitate e vuole
cambiarle, oppure fa provocatoriamente intendere essere giunto ormai
il tempo in cui i “vecchi” si facciano da parte e lascino i loro
importanti posti alla generazione che avanza.
In ciò consiste la
differenza tra i giovani adulti e la gioventù: questa apporta il
cambiamento, i giovani adulti non conoscono gioventù, si limitano
a maturare negli uffici, nelle funzioni, nella somiglianza
ai propri padri che sono riusciti, ma hanno superato i limiti di età.
I giovani adulti si
augurano di maturare il più rapidamente possibile in situazioni già
pronte e di stabilirsi in esse come nel proprio regno.
Non affacciano alcuna nuova idea, non abbondano in immaginazione, ma
sono ambiziosi e impazienti. Da qui i loro ripetuti appelli agli
adulti; affidate alle nostre mani le vostre già avviate imprese.
Non conoscono il tormento della ricerca e del dubitare giovanili, non hanno incontrato la felicità della rivolta giovanile, la differenziazione, il disincanto. Dalla tenera età soffrono di saccenteria, gli piace ammaestrare, dinanzi a loro la realtà si dispiega come cosa data e utilizzabile. Ma con loro la sorte non è stata benigna: non ancora carichi di anni, sono vecchi anzitempo.
Il giovane adulto si sviluppa e matura in un ambiente già definito, con esso si identifica, non ne indaga la legittimità, a lui, giovane adulto, basta che sia proficuo e prometta un’ascesa vertiginosa o almeno garantita. »
(da: K. Kosìk, Un
filosofo in tempi di farsa e di tragedia)
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