11 febbraio 2014

PASOLINI A ROMA




Max Ponte

NESSUNO TOCCHI PASOLINI


Pasolini l’ho riscoperto all’Università di Parigi-Nanterre grazie ad un corso di Christophe Mileschi, e a Parigi ho visto la mostra “Pasolini Roma” che ora arriverà anche in Italia. In questi mesi la figura dello scrittore mi ha accompagnato ovunque.
Il “corpo” di Pasolini è sicuramente dissepolto come fa notare Belpoliti, e rimane nell’oscurità della storia patria. E come per tutti i geni che hanno fatto della loro vita un’opera d’arte, anche la memoria è segnata dal conflitto. Poco serve che gli epigoni delle neoavanguardie facciano risuonare l’eco della condanna del Gruppo ’63. Pasolini ha fatto più di tanti poeti sperimentali messi assieme, esattamente come D’Annunzio ha realizzato più di Marinetti. Mentre Marinetti teorizzava il Vate invadeva Fiume e creava una repubblica fondata sulle arti. Mentre c’era chi desiderava andare Verso la poesia totale, e sto parlando di Spatola e del gruppo del Mulino di Bazzano, Pasolini scriveva l’opera più importante, la sua vita, e si impossessava dei mezzi mediatici diventando una star del cinema. Il sorpasso avviene sul piano dell’azione e della comunicazione, ed è proprio questo che i poeti della neoavanguardia, che elaborano senza dubbio un linguaggio coraggioso (che tanto ho adorato e adoro), non possono reggere. Le accuse che vengono fatte a Pasolini ancor oggi colpiscono la poesia senza tener conto del sistema della sua produzione artistica e soprattutto, dico soprattutto, ignorando la dimensione estetica della sua esistenza.
L’altro elemento che mi lascia attonito è come la critica radicale pasoliniana viene ignorata nella cultura italiana, si preferisce far di P.P.P. un personaggio da romanzo giallo piuttosto che far tesoro delle sue lezioni “corsare”. E così la mollezza sinistrorsa cancella anche il nobile modello dell’intellettuale impegnato. Meglio parlare di “decrescita felice” (pauperismo ipocrita et salottiero) invece di indagare senza pudori la nostra società, il sistema politico e i costumi sessuali. Pensiamo a quanto sarebbe utile ripensare a dei Comizi d’amore, per superare il problema che gli italiani hanno, dentro e fuori al parlamento, con il sesso. Pensiamo a quanto sarebbe necessario avere un corso di educazione sessuale alla tv in prima serata e parlare di contraccezione dando tutte le indicazioni corrette per l’uso del preservativo o della pillola.
Inoltre proprio negli Scritti corsari va ricercata la poesia di Pasolini e non solo nella produzione ufficiale in versi. Si tratta di una prosa che risponde ad una forte vis retorica e che diventa a tutti gli effetti prosa poetica, canto della contemporaneità, canto di chi sa di aver perso e non riuncia a mostrare con estrema lucidità ciò che gli altri ignorano. Ricordo un altro conservatore, un artista che sapeva di appartenere al popolo dei vinti. Nella morte di Pasolini vedo la stessa grandezza finale di Yukio Mishima, vedo lo stesso eroismo, lo stesso suicidio di un poeta contro e per il proprio tempo, la stessa perfezione. Sì perché sono persuaso che Pasolini sapesse di aver la “morte cucita addosso”, proprio come i magistrati anti-mafia, e che sia andato incontro ad un omicidio che è allo stesso tempo – per la coscienza che aveva della società italiana e dei suoi meccanismi – un suicidio. Una morte, in perfetto stile mafioso, quella che il nostro paese ha riservato a Pasolini, che ha riguardato il corpo e la deligittimazione dell’individuo, prima e dopo, che lo ha ridotto a essere sub-umano per questioni di orientamento sessuale, ma altri pretesti avrebbero potuto colpirlo. Il tempo del Pasolini morto sta finendo, il suo corpo verrà sepolto e lui risorgerà, qualcuno tenterà anche di santificarlo commettendo l’errore opposto ma verrà fermato. Avremo Pasolini infine per quello che è stato, e che qualcuno fuori dai nostri confini geografici e culturali ha riconosciuto prima di noi.

Da:    http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/02/12/nessuno-tocchi-pasolini/

1 commento:

  1. Ricevo tramite fb dall'autore dell'articolo l' invito a correggere un refuso che, naturalmente, raccolgo immediatamente ringraziando Max anche per la sua cortese attenzione:

    " grazie per aver condiviso il mio articolo su Pasolini sul tuo blog, ho notato solo un refuso "Ponti" al posto di "Ponte" il mio cognome, se ti è possibile correggere... Grazie ancora!
    Max Ponte

    RispondiElimina