In edicola domani L'UNITA' ricorderà E. Berlinguer con un inserto speciale.
Berlinguer ricordato sul serio
Andrea Fabozzi
Novanta sono gli anni dell’Unità, novanta le pagine dell’inserto speciale che sarà in edicola martedì prossimo, ma l’anniversario tondo in questo caso è un’altro: i 30 anni dalla morte di Enrico Berlinguer (11 giugno 1984 a Padova). L’inserto è stato presentato ieri mattina alla camera dei deputati, nella sala del gruppo Pd che è dedicata proprio alla memoria di Berlinguer. È in grande formato, bianco e nero con l’aggiunta del rosso, ed è pieno di fotografie dall’archivio del giornale che consentono (data l’assenza di didascalie) agli amanti del genere di divertirsi a riconoscere luoghi e persone attorno al segretario.
L’introduzione è affidata ad Alfredo Reichlin che riflette
sull’attualità di Berlinguer, del resto rozzamente ma
inequivocabilmente provata dal tentativo di Casaleggio di
acquisirlo alla campagna elettorale grillina. Anche nell’inserto
si ragiona sul lungo tentativo di spoliticizzare Berliguer,
inchiodandolo a quella famosa intervista a Scalfari sulla
questione morale (lo fa ad esempio il pezzo di Luciana Castellina).
Nei loro interventi Veltroni (recente autore di un documentario sul
segretario) e D’Alema concordano sul fatto che la vera fine del Pci
non fu la Bolognina, ma il funerale romano di piazza San Giovanni.
D’Alema perché ricorda come si fosse ormai esaurita la strategia
berlingueriana del compromesso storico. Veltroni perché
attribuisce a Berlinguer — il cui comunismo, sostiene, «aveva il
senso di una grande utopia di uguaglianza e giustizia» — la
capacità di allungare la vita a un Pci che aveva già perso nel ’56
l’occasione di trasformarsi in un partito socialdemocratico di
tipo occidentale.
Ma nell’inserto, davvero molto ricco, c’è tanto altro. C’è anche chi il
Pci lo sciolse sul serio, Occhetto, che polemizza con i compagni che
a posteriori hanno dato ragione a Craxi. Non c’è Fassino, in effetti.
Pazienza. Ci sono Napolitano, Tortorella, Gotor, Piccolo, Sardo,
Bodrato, Martelli, Carniti, Scola, Barbagallo, Vacca, Frasca Polara
e tanti altri.
Il manifesto, 31 maggio 2014,
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