12 maggio 2014

CONTRO LE MENZOGNE E IL REVISIONISMO STORICO







      Continua l'apprezzata e gradita collaborazione dell' amico fraterno, prof. Nicolò Messina, al nostro blog. 
      Oggi pubblichiamo la sua traduzione di un recente articolo del Pais,insieme al suo commentoche denunciano una forma di trascuratezza e di revisionismo storico che non conosce più confini.
     Così, se in Spagna si cerca  di far dimenticare che Federico Garcia Lorca e Antonio Machado sono stati due coerenti antifascisti, in Italia  da più parti si lavora per trasformare il comunista Antonio Gramsci in un liberale.
[f.v.]







Tonti cattivi
Jorge M. Reverte
El País, 8 marzo 2014

Che non ci siano tonti buoni ce lo dice l’esperienza. Che un’azienda importante abbia tanti tonti tra gli stipendiati, nella sua catena di comando, può dirci che questo paese è condannato al fallimento, alla miseria e all’indecenza.
Anaya, una delle più importanti case editrici di libri scolastici, ha deciso di ritirare dalla vendita pubblica un manuale in cui si parla, ad esempio, di Antonio Machado e Federico García Lorca. Succinte biografie in cui si narra che il poeta di Granada morì nei pressi del suo paese, e che Machado se ne andò in Francia un pochettino con la sua famiglia, e vi morì.
Non è necessario dedicare molto tempo a risaltare la stupidaggine e la cattiveria che si annidano in entrambi i testi.
Quel che preoccupa è che fossero da tempo in libreria e che finora nessuno avesse reagito. Né la comunità educativa, né il Ministero dell’Istruzione avevano fatto nulla per eliminare un simile sproposito. I responsabili della casa editrice lasciarono passare per buono tale testo, non gli dettero importanza, e nel chioschetto di Wert [attuale ministro dell’Istruzione] non si verificò alcun soprassalto.
Ne abbiamo in sovrabbondanza tonti e malvagi con tanto di lavoro. In tutti gli ambiti. Non diciamo nella Chiesa, che ha per impiegato un prete che spiega ai suoi fedeli di Jaén [Andalusia] che gli uomini, sino a 30 anni fa, potevano picchiare le loro donne, ma non le ammazzavano perché in quel tempo c’era una morale.
E trovano appoggio sociale, come l’imbecille che lanciò una banana a Alves in una partita di Serie A. Le punizioni per questi minorati morali di solito sono lievi o si risolvono in nulla.
Viviamo con troppa naturalezza fatti del genere.
Io stesso, in un’occasione, lavorando da libraio, capii una signora che aveva chiesto «il libro di quel subnormale lì». Afferrai subito che si riferiva a Stephen Hawking e al suo Big Bang.

Fonte

 

Da più parti si riconosce ed è addirittura divenuta opinione comune che la nostra è l’era dell’inflazione informativa e comunicativa. Il tutto, legato più che mai all’attimo fuggente, al consumo tanto veloce quanto debole di memoria. Ebbene, forse conviene riconquistare almeno l’effimero nella sua greca, etimologica completezza, se la dimensione pur ridotta del “giorno”, quella del carpe diem di Orazio, ha consentito la trasmissione del sapere sino alla soglia del nostro presente.
Basta frette, basta chiacchiericcio mediatico e online. Di fatto – sarà iperbole?, paradosso? – quanto più facile e frequente è l’accesso all’informazione e alla comunicazione, tanto meno siamo informati e meno comunichiamo o, se non altro, sappiamo farlo occhi negli occhi.
Le ultime vittime di questa cultura e informazione “usa e getta” sembrano in Spagna i due grandi poeti antifascisti Lorca e Machado. Come senz’ombra di dubbio essi sono pure vittime – è la convincente denuncia di Reverte – dell’oblio interessato, della stupida malvagità di chi in Spagna (ma anche altrove) censura la storia in nome di un’imparzialità tutta politica e in difesa – benintenzionata, naturalmente, e magnanima – del quieto vivere qualunquista.
Che dire, d’altronde, di un recente servizio televisivo sul nostro 25 aprile? Quanti sapevano del senso di questa data e relativa festa?
[nm]


Nessun commento:

Posta un commento