Continua l'apprezzata e gradita collaborazione dell' amico fraterno, prof. Nicolò Messina, al nostro blog.
Oggi pubblichiamo la sua traduzione di un recente articolo del Pais,insieme al suo commento, che denunciano una forma di trascuratezza e di revisionismo storico che non conosce più confini.
Così, se in Spagna si cerca di far dimenticare che Federico Garcia Lorca e Antonio Machado sono stati due coerenti antifascisti, in Italia da più parti si lavora per trasformare il comunista Antonio Gramsci in un liberale.
[f.v.]
Tonti cattivi
Jorge M. Reverte
El
País,
8 marzo 2014
Che non ci siano tonti buoni ce lo dice l’esperienza. Che
un’azienda importante abbia tanti tonti tra gli stipendiati, nella sua catena
di comando, può dirci che questo paese è condannato al fallimento, alla miseria
e all’indecenza.
Anaya, una delle più importanti case editrici di libri
scolastici, ha deciso di ritirare dalla vendita pubblica un manuale in cui si
parla, ad esempio, di Antonio Machado e Federico García Lorca. Succinte
biografie in cui si narra che il poeta di Granada morì nei pressi del suo
paese, e che Machado se ne andò in Francia un pochettino con la sua famiglia, e
vi morì.
Non è necessario dedicare molto tempo a risaltare la
stupidaggine e la cattiveria che si annidano in entrambi i testi.
Quel che preoccupa è che fossero da tempo in libreria e
che finora nessuno avesse reagito. Né la comunità educativa, né il Ministero
dell’Istruzione avevano fatto nulla per eliminare un simile sproposito. I
responsabili della casa editrice lasciarono passare per buono tale testo, non
gli dettero importanza, e nel chioschetto di Wert [attuale ministro
dell’Istruzione] non si verificò alcun soprassalto.
Ne abbiamo in sovrabbondanza tonti e malvagi con tanto di
lavoro. In tutti gli ambiti. Non diciamo nella Chiesa, che ha per impiegato un
prete che spiega ai suoi fedeli di Jaén [Andalusia] che gli uomini, sino
a 30 anni fa, potevano picchiare le loro donne, ma non le ammazzavano perché in
quel tempo c’era una morale.
E trovano appoggio sociale, come l’imbecille che lanciò
una banana a Alves in una partita di Serie A. Le punizioni per questi minorati
morali di solito sono lievi o si risolvono in nulla.
Viviamo con troppa naturalezza fatti del genere.
Io stesso, in un’occasione, lavorando da libraio, capii una
signora che aveva chiesto «il libro di quel subnormale lì». Afferrai subito che
si riferiva a Stephen Hawking e al suo Big Bang.
Fonte
Da più parti si riconosce ed è addirittura divenuta
opinione comune che la nostra è l’era dell’inflazione informativa e
comunicativa. Il tutto, legato più che mai all’attimo fuggente, al consumo tanto
veloce quanto debole di memoria. Ebbene, forse conviene riconquistare almeno
l’effimero nella sua greca, etimologica completezza, se la dimensione pur
ridotta del “giorno”, quella del carpe diem di Orazio, ha consentito la
trasmissione del sapere sino alla soglia del nostro presente.
Basta frette, basta chiacchiericcio mediatico e online. Di
fatto – sarà iperbole?, paradosso? – quanto più facile e frequente è l’accesso
all’informazione e alla comunicazione, tanto meno siamo informati e meno
comunichiamo o, se non altro, sappiamo farlo occhi negli occhi.
Le ultime vittime di questa cultura e informazione “usa e
getta” sembrano in Spagna i due grandi poeti antifascisti Lorca e Machado. Come
senz’ombra di dubbio essi sono pure vittime – è la convincente denuncia di Reverte
– dell’oblio interessato, della stupida malvagità di chi in Spagna (ma anche
altrove) censura la storia in nome di un’imparzialità tutta politica e in
difesa – benintenzionata, naturalmente, e magnanima – del quieto vivere qualunquista.
Che dire, d’altronde, di un recente servizio televisivo
sul nostro 25 aprile? Quanti sapevano del senso di questa data e relativa festa?
[nm]
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