L'amore dell' antica India
in un Millennio Einaudi.
Giuliano Boccali
L'amore ai
tempi di Krishna
Affidata a traduttori di
grande esperienza e sensibilità, ciascuno specializzato nel genere
dei testi di cui è responsabile, esce ne «I Millenni Einaudi»
un'antologia di letteratura indiana d'amore curata da Fabrizia
Baldissera; la studiosa, di fama internazionale, mette qui a frutto
le sue vaste letture, non solo indiane, e il suo pluridecennale
impegno di ricerca.
L'introduzione da lei
premessa ai testi è ricchissima di elementi culturali e
interpretativi, religiosi, sociali, giuridici, scientifici,
letterari, critici, davvero preziosi per l'intendimento di quello che
il titolo del volume felicemente chiama l'«Universo di Kama». Forse
si sottintende che l'universo tout court appartiene a Kama, Amore,
più esattamente Desiderio, Cupido come in latino: il suo potere lo
ha generato e lo domina con effetti contrastanti, deliziando o
tormentando gli esseri senzienti, dèi e dee inclusi, o fornendo loro
energie insostituibili nell'itinerario della conoscenza.
Qui è forse la cifra
originale dell'eros in India: l'inimitabile identificazione delle
forze che seducono e irretiscono nella fantasmagoria affascinante ma
illusoria della manifestazione (e quindi fatalmente del dolore), con
quelle che permettono lo sviluppo e la realizzazione più alta, dal
piano estetico all'accesso definitivo alla realtà spirituale eterna,
oltre ogni forma.
L'amore investe così e
permea tutti gli aspetti della natura, della personalità umana ed
evidentemente della cultura, figurativa e letteraria innanzi tutto.
Alla prima il Millennio einaudiano dedica le suggestive miniature che
lo adornano, mentre i testi scelti da Baldissera spaziano dagli inni
religiosi del Rigveda e magici dell'Atharvaveda, alle mitiche storie
coniugali dell'epica, al teatro, con la commovente vicenda di una
cortigiana di buon cuore, a uno dei più famosi romanzi dell'India
classica, inedito in italiano, all'ars amandi in una delle numerose
declinazioni, alle vicende allegoriche di Krishna, il "divino
amante" dalla carnagione blu scura, ma anche alle prescrizioni
dei più celebri trattati di medicina, fino alla «gentiliezza
amorevole» della tradizione buddhista.
Con questa la raccolta si
chiude, molto opportunamente a mio parere, alludendo a dimensioni
dell'amore feconde, insostituibili per l'India, per le civiltà
asiatiche e oggi per l'intera umanità con la diffusione occidentale
del Dharma.
Nel "mare dei
testi" possibili, l'antologia offre così uno sguardo completo e
adeguatamente sfaccettato attraverso il prisma di opere emblematiche.
Ne fa parte anche una scelta di strofe singole, tratte a loro volta
da un'antica famosissima antologia e tradotte da chi scrive: alcune
sono riportate qui e costituiscono un'introduzione diretta ai moduli
della lirica.
Non troviamo Saffo o
Catullo, nulla è più lontano dalla sensibilità indiana antica
dell'evocazione della propria esperienza personale dell'amore. Tutti
i protagonisti femminili e maschili delle strofe, infatti, non hanno
volto, né storia psicologica; la poesia indiana evoca l'amore di un
uomo e di una donna astratti, ma lo evoca concretamente attraverso
situazioni e indizi esemplari: l'incontro, gli sguardi,
l'innamoramento e la timidità della donna, l'oscillazione fra il
timore di soffrire e l'attrazione irresistibile, l'abbraccio
sensuale, trionfante dell'amore fortunato, «in unione» secondo
l'espressione caratteristica della critica coeva.
Nelle strofe di Sonnoka,
l'amore è ritratto nella posizione con la donna sopra l'uomo: la
tradizione indiana la considera quella più piacevole per entrambi i
partner, possibile solo se fra loro esistono anche affetto e
confidenza senza limiti, ricompensa perfino di buone azioni compiute
nelle vite passate... si potrebbero anche oggi trarre da questo
"indicatore" elementi sul proprio comportamento in
precedenti rinascite? Chissà.
Un'altra curiosità
poetica: fra gli indizi dei diversi stati della passione e della
relazione, figura tra i prediletti il levarsi della pelurie per il
desiderio, come nelle strofe di Viryamitra dove rappresenta "il
sigillo" di un fascino che irrimediabilmente soggioga.
Il Sole 24 Ore – 25
maggio 2014
L'universo di Kama
Testi d'amore
dell'antica India
Einaudi, 2014
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