28 maggio 2014

MARX SEMPRE PIU' VIVO


Ogni tanto qualcuno dei vecchi giornalisti dell'Unità si ricorda di aver in gioventù leggiucchiato Marx. Non è molto, ma di questi tempi non può che farci piacere.
Bruno Gravagnuolo

Il vero rottamatore si chiama Mr. Capitale


Il patto tra le generazioni è indispensabile. Non solo alla sinistra, ma alla vita e alla civiltà. E ha ragione Zagrebelski, nel suo intervento a Dialoghi sull’uomo, a denunciare i rischi di giovanilismo e rottamazione. Che lacera genitori e figli, innovazione e tradizione. Non si può fare tabula rasa e ricominciare senza pregiudizi e basta: illusione infantile. Che condanna i novatori a rivivere senza saperlo le tragedie del passato: populismo, totalitarismo, mitologie purificatrici di massa. Tragedie che tornano in forma di farsa: vedi il protagonismo comico e distruttivo di Berlusconi e Grillo.

Forme di fascismo light. Dove autoritarismo e carnevale si mescolano. I giovani si mangiano il totem dei genitori, diventano peggio di loro, e finiscono manipolati. Sicché il passato va rielaborato e anche superato. Ma scegliendone la parte vitale: che per la sinistra è il riscatto dei subalterni. La speranza tradita, lasciataci da chi non c’è più.

Bene, ma oggi chi è il gran giovanilista? Il vero rottamatore che divide vecchi e giovani? Nessuno dei leader a cui pensate. È Monsieur Capitale, come lo chiamava Marx e abita ovunque nel mondo. Compone, scompone, delocalizza, smaterializza. Rende cose e persone fantasmi. È invisibile, irresponsabile, inafferrabile. Vuole gente flessibile e prona. Bilanci all’osso per le persone. E prodighi per finanza creativa e fisco dei ricchi. È onnipotente e austero. E in Europa comanda rigore e fiscal compact: per fare i suoi comodi. Magari alleandosi col populismo per bene delle nazioni più organizzate, tipo Germania.

Saprà Renzi, forte del consenso attuale, rilanciare questo tema cruciale e far cambiare verso a Mr. Capitale? Saprà raccogliere il buono del passato, eliminare lo statalismo privato nostrano, e fare davvero un partito di massa e non personale? Ha un’occasione storica davanti. Altrimenti il giovanilismo farà trionfare «di nuovo» i fantasmi distruttivi del passato. E la disillusione sarà cocente.

l’Unità – 28 maggio 2014

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