Ogni tanto qualcuno dei
vecchi giornalisti dell'Unità si ricorda di aver in gioventù
leggiucchiato Marx. Non è molto, ma di questi tempi non può che farci piacere.
Bruno Gravagnuolo
Il vero rottamatore si chiama Mr. Capitale
Il patto tra le generazioni è indispensabile. Non solo alla sinistra, ma alla vita e alla civiltà. E ha ragione Zagrebelski, nel suo intervento a Dialoghi sull’uomo, a denunciare i rischi di giovanilismo e rottamazione. Che lacera genitori e figli, innovazione e tradizione. Non si può fare tabula rasa e ricominciare senza pregiudizi e basta: illusione infantile. Che condanna i novatori a rivivere senza saperlo le tragedie del passato: populismo, totalitarismo, mitologie purificatrici di massa. Tragedie che tornano in forma di farsa: vedi il protagonismo comico e distruttivo di Berlusconi e Grillo.
Forme di fascismo
light. Dove autoritarismo e carnevale si mescolano. I giovani si
mangiano il totem dei genitori, diventano peggio di loro, e
finiscono manipolati. Sicché il passato va rielaborato e anche
superato. Ma scegliendone la parte vitale: che per la sinistra è
il riscatto dei subalterni. La speranza tradita, lasciataci da chi
non c’è più.
Bene, ma oggi chi è
il gran giovanilista? Il vero rottamatore che divide vecchi e
giovani? Nessuno dei leader a cui pensate. È Monsieur Capitale,
come lo chiamava Marx e abita ovunque nel mondo. Compone,
scompone, delocalizza, smaterializza. Rende cose e persone
fantasmi. È invisibile, irresponsabile, inafferrabile. Vuole
gente flessibile e prona. Bilanci all’osso per le persone. E
prodighi per finanza creativa e fisco dei ricchi. È onnipotente e
austero. E in Europa comanda rigore e fiscal compact: per fare i
suoi comodi. Magari alleandosi col populismo per bene delle
nazioni più organizzate, tipo Germania.
Saprà Renzi, forte
del consenso attuale, rilanciare questo tema cruciale e far
cambiare verso a Mr. Capitale? Saprà raccogliere il buono del
passato, eliminare lo statalismo privato nostrano, e fare davvero
un partito di massa e non personale? Ha un’occasione storica
davanti. Altrimenti il giovanilismo farà trionfare «di nuovo» i
fantasmi distruttivi del passato. E la disillusione sarà cocente.
l’Unità – 28 maggio
2014
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