22 maggio 2014

SENZA PADRI









Questa mattina faccio mia l'analisi di Germano Manco, psicologo del lavoro e psicoterapeuta, che ci aiuta a comprendere meglio il tempo presente.



PADRI e PATRIGNI

di germanomanco

Nel 1970 Feltrinelli pubblicò un libro che si intitolava – Verso una società senza padre-. L’autore era Alexander Mitscherlich, uno psicoanalista tedesco che aveva pubblicato in Germania il libro qualche anno prima, nel 1963, giusto in tempo per anticipare  alcuni temi centrali delle rivendicazioni che l’avvento dei moti del 1968, avrebbe portato alla ribalta europea, permeando ed infiltrandosi in modo radicale e radicato, nelle coscienze di coloro che allora avevano vent’anni o giù di li.
Prossimi come siamo ad un impegno elettorale, non ho potuto non ripensare a ciò che l’autore, studioso di stretta osservanza freudiana, postulava e cioè che dopo la stagione autoritaria che aveva sconvolto l’Europa, ci si stesse avviando verso un periodo storico nel quale le " figure paterne ” venivano denegate, verso quindi, come dal titolo del libro, una società senza padre. Chi ne avesse voglia, e lo consiglio caldamente, può procurarsi il libro, leggerlo e farsi una opinione propria. A me qui preme solo ricordare che in una società senza padri ci siamo capitati in pieno. E che il mondo politico è uno dei luoghi elettivi, in cui questo fenomeno si è arroccato, e non solo perchè sono venute a mancare figure storiche che avevano una forte valenza simbolica di tipo genitoriale, ma anche perchè in contrappeso a tale mancanza, ci siamo ritrovati a fare i conti con una pletora vasta, mutante, molesta, inossidabile ed impermeabile ai continui feed-back che il mondo reale mandava, di patrigni, cioè di mezze figure che neppure nei pensieri più arditi o nelle fantasticherie più depressive, avremmo mai pensato di vederci accanto quotidianamente, spinti dai mass media , nelle nostre case. Se non abbiamo padri da amare e poi da odiare e poi da uccidere simbolicamente per poi farli rinascere in noi, al servizio della nostra crescita personale e del nostro sviluppo come contesto collettivo: se abbiamo solo patrigni goffi, figure da operetta, immersi nell’esclusivo progetto di soddisfare il proprio narcisismo, come ormai da molti anni il convento ci sta passando, come mai faremo a crescere sia come individui che come società? Se individuarsi significa prima separarsi come ha dimostrato un’altra grande psicoanalista, la Mahler, ma se  non c’è niente e nessuno da cui separarsi perchè i patrigni non hanno coltivato alcuna relazione o capacità relazionale di natura profonda , ma hanno solo girovagato intorno al conflitto di chi fosse il più patrigno rispetto agli altri, rischiamo di finire proprio male, qualsiasi sia l’esito del voto, perchè al momento, per come la vedo io all’orizzonte non c’è nessun padre, ma solo patrigni, qualche matrigna, numerosi cuginetti assatanati di brandelli di potere, e poco più.

 Bizzarramente la Chiesa Cattolica deve essersi accorta piuttosto bene della vicenda ed ha provveduto ad eleggere un successore di Pietro che indubbiamente sa ben presentarsi come un padre, e lo fa in modo cosi adeguato che anche i non credenti, gli attribuiscono stima, ascolto e simpatia. 
E noi poveri cittadini, quali padri stiamo accingendoci a mandare al parlamento europeo? Naturalmente ognuno farà la sua scelta sulla base di innumerevoli variabili che qui ora non ci riguardano, però davvero credo che non ci sia in nessun posto a me noto, una figura che possa indurre un po’ di carisma paterno, mi sembrano tutti, ma proprio tutti dei modesti patrigni o meglio ancora specie di ologrammi di figure paterne.

FONTE:  http://psicosopravvivenzapergiovani.wordpress.com/2014/05/21/padri-e-patrigni/

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