Gladio |
In questi giorni una inchiesta tedesca sembra confermare l'ipotesi avanzata qualche anno fa da Giuseppe Casarrubea secondo il quale in Italia, fin dal
giugno 1945, l'OSS (i servizi segreti americani antenati della CIA)
arruolò i marò dei reparti speciali della X MAS di Borghese.
Molti erano ricercati per crimini di guerra nei confronti di
partigiani e civili. Furono sottratti alla giustizia partigiana e
inquadrati in un vero e proprio esercito clandestino anticomunista.
Parte da lì la strategia della tensione. Pare che una cosa simile sia accaduta in Germania con i reduci delle Waffen SS.
Tonia Mastrobuoni
Così le SS
crearono la Gladio tedesca
Le prove
dagli archivi dei servizi segreti: dal ’49 pronto un esercito
dormiente di veterani
Che la denazificazione in
Germania sia stata lacunosa – una soluzione adottata ufficialmente
per non condannare il Paese al fallimento sicuro, spazzandone via
l’intera classe dirigente – non lo dicono solo i libri di storia.
Lo raccontano anche romanzi magnifici come «Dossier Odessa» di
Frederick Forsyth, che ricostruiscono le trame oscure degli ex
ufficiali delle SS per proteggere i camerati dopo la guerra. Ma una
notizia che verrà ufficializzata nei prossimi giorni, rivela per la
prima volta che la Repubblica federale ha avuto per decenni persino
la sua Gladio, la sua organizzazione para-militare «in sonno» che
avrebbe dovuto difendere il Paese dai sovietici o dai «cugini»
comunisti della Ddr, in caso di invasione.
La clamorosa anticipazione dello «Spiegel», basata su documenti dei servizi segreti tedeschi, è inquietante per almeno due motivi. Primo, perché conferma l’attivismo postbellico dei veterani delle Waffen-SS e della Wehrmacht. E c’è anche una traccia che porta dritto dritto in Italia. Secondo, perché il cancelliere Konrad Adenauer ne fu messo al corrente. Non solo non ordinò lo scioglimento dell’organizzazione illegale: ne informò l’opposizione socialdemocratica e gli alleati, che a loro volta non reagirono.
Gladio |
Nella «Gladio
tedesca» operavano circa 2000 veterani dell’esercito di Hitler:
dal 1949 decisero di organizzarsi segretamente per essere in grado,
nel caso di un attacco del Patto di Varsavia, di mobilitare fino a
40mila tedeschi. Difficile dire quanti siano stati i membri certi, il
settimanale stima circa 10mila. Ma nel gruppo erano coinvolte
personalità di spicco della Germania democratica come il generale
della Nato Hans Speidel o l’ispettore generale del ministero
dell’Interno Anton Grasser. E il fondatore fu addirittura un alto
ufficiale della Bundeswehr, Albert Schnez. Veterano anche lui,
ripreso nell’esercito dopo il conflitto bellico, dove fece una
carriera verticale, Schnez cominciò ad organizzare alla fine degli
Anni 40, vicino a Stoccarda, serate per i reduci. Ed è lì che si
cominciò a parlare della necessità di difendersi e di prevenire il
«pericolo rosso».
Il fondatore del
gruppo clandestino e ufficiale della Bundeswehr non solo annotava
cose agghiaccianti tipo «intelligente, mezzo ebreo» a proposito di
nuovi membri. Aveva contatti diretti anche con pezzi grossi delle
«teste di morto» naziste: trattò persino con un idolo delle camice
brune, l’ex Obersturmbannfuehrer delle SS Otto Skorzeny. Un nome
noto anche alle cronache italiane: fu l’uomo che con un commando
liberò Mussolini nel 1943 dalla prigionia cui era stato condannato
dopo l’armistizio.
Per finanziarsi Schnez chiese persino aiuto ai servizi segreti della Germania federale. E fu generosamente aiutato per anni dagli ex camerati o dai volontari «in sonno». Dalle carte non emerge quanto sia durata la «Gladio tedesca»: certamente è stata sciolta in gran segreto. Schnez è morto nel 2007, senza mai rivelare nulla. I suoi documenti, con il titolo più innocuo del mondo, «Assicurazioni», sono spariti, ma qualcosa è riuscito a finire nelle mani dei servizi segreti. Che li hanno blindati a loro volta. Fino a ieri.
La Stampa – 12 maggio
2014
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