Minotauro – minatore
di Davide Orecchio
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E.M. Forster
E.M. Forster
Minotauro: (mostro attore di mostruosità e sacrifici) il toro minoico, Μινώ – ταυρος.
Minatore: (vittima di un lavoro spesso mostruoso) “che fa mine, che travaglia alle mine” (1764), dal francese “mine” (1314) che riprende il gallico “meina”, ‘metallo naturale, greggio’. (Cortellazzo-Zolli, Dizionario Etimologico della lingua italiana, Zanichelli, Bologna 1992, p. 757).
Due estranei, col sangue e l’origine diversa, che si ritrovano in un nome quasi gemello; e nello stesso ambiente: il labirinto. Basta digitare “miniera” su Google per ricavare decine di pagine che descrivono il “vasto dedalo” dei cunicoli.
Sembrerebbe anche questa un’affiliazione semantica posteriore, artificiale, culturale: “labirinto” è voce egea che deriva dal termine lidio “labrys” (λάβρυς), l’ascia bipenne simbolo dell’autorità minoica; dunque il Palazzo bipenne, la reggia di Cnosso.
LINK http://www.treccani.it/enciclopedia/labirinto http://www.britannica.com/EBchecked/topic/327066/labyrinth http://www.mythweb.com/encyc/entries/labyrinth.html
Ma altri hanno sostenuto un’origine diversa: “labirinto” dall’egeo “labur”, ossia “pietra”:
«La connessione tra “bipenne” e “luogo intricato” sarebbe data dalla pietra e la parola in origine avrebbe significato “gallerie nelle miniere” (da un relitto egeo *labur-, “pietra”)».http://it.wikipedia.org/wiki/Labirinto, che a sua volta cita la voce “Labirinto” in Battisti-Alessio, Dizionario etimologico italiano, Barbera, Firenze 1950–57.
Interpretazione che s’accosta alla definizione data da Karl Kerényi, secondo il quale il termine deriva da una cava di pietra con molti pozzi e passaggi (Labyrinth-Studien. Labyrinthos als Linienreflex einer mythologischen Idee, Albae Vigiliae. vol. 15, Amsterdam 1941, cit. in http://de.wikipedia.org/wiki/Labyrinth).
Kerényi indicò la connessione, il contesto dove “labirinto” e “miniera” s’incontrano. Il dedalo sarebbe l’impianto minerario (Bergwerksanlage) dove i cavatori delle antiche civiltà mediterranee utilizzavano come strumento di lavoro l’ascia bipenne, il “labrys”. Qui il passo completo di K.:
«Der Zusammenhang der beiden Wörter könnte so verstanden werden, dass labyrinthos ursprünglich “Steinbruch, Bergwerksanlage mit vielen Schächten, Grotten und Steinhölen”, labrys die dort verwendete Axt bedeutet hätte. Die Werkzeuge der antiken Steinbrucharbeiter – darunter die Doppelaxt – sieht der Besucher in der unterirdischen Gängen des cumäischen Heiligtums wie exemplarisch dargestellt. Die Tradition von daedalischen Ursprung hängt nicht nur mit dem hohen Alter der Anlage zusammen (der älteste jener Gänge zeigt den Stil mykenischer und altetruskischer dromoi), sondern auch damit, dass man in der Beschaffenheit des Ortes das Labyrinth erkannt hatte».(Karl Kerényi, Labyrint-Studien, in Werke in Einzelausgaben, vol. 1, Humanistische Seelenforschung, München, Wien 1966, p. 250; cit. in Susanne Lilienfein, Labyrinthe: Herkunft un literarische Varianten, http://www.mythos-magazin.de/mythosforschung/sl_labyrinthe.pdf).
Il labirinto è la cava in cui dal “labur” nasce il lavoro-vita servile, il pozzo del mostro Minotauro e del minatore che ha l’esistenza mostruosa dalla quale non può, non sa emanciparsi?
Anche nella fine le due creature s’incontrano. Trovano un riscatto, certamente il Minotauro e spesso il minatore, solo nella morte (e qui basta mettere il punto, senza l’interrogativo).
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